In fila per l’appuntamento con la Regina, pienone alla Reggia
-Circa 2400 le presenze alla Reggia di Caserta ieri per l’apertura serale straordinaria per la “Notte delle Regine”. Un’apertura degli Appartamenti Reali dedicata a Maria Carolina d’Asburgo. Lunghissima la fila all’entrata del Palazzo con il caldo asfissiante che non ha dunque scoraggiato i visitatori entusiasti di immergersi in un’atmosfera intima e suggestiva che solo la Reggia concede. Certo, qualche lamentela non è mancata, ma non era facile gestire un simile afflusso, in buona parte anche inaspettato. L’aspetto positivo è proprio la dimostrazione che i cittadini, se ben informati, scelgono gli appuntamenti culturali anche nel cuore di agosto.
L’iniziativa, inserita nel Piano di valorizzazione della Reggia di Caserta, è stata curata dalla scrittrice e giornalista Nadia Verdile. E’ stata la sua voce, ad accompagnare gli ospiti attraverso Il Cannocchiale, lo Scalone Reale, il Vestibolo superiore e gli Appartamenti Reali. Luoghi reali al centro di una narrazione che ha visto protagonista la regina Maria Carolina d’Asburgo, in occasione della ricorrenza del suo compleanno. Dunque, una rievocazione emozionale la stessa che la giornalista è riuscita a trasmettere attraverso le pagine dei suoi scritti dedicati alla «sovrana sposa adolescente, a Caserta da maggio del 1768».
Così l’inizio del viaggio emozionale: «Io, sono Maria Carolina. A casa mi chiamavamo Charlotta, ja. Charlotta studiava, leggeva, imparava. Charlotta sapeva che doveva diventare regina. Ma Charlotta non sapeva che sarebbe diventata regina di Napoli, no, no lo sapeva. Mia sorella Maria Giovanna doveva diventare regina di questo regno. Io, sono nata a Vienna, nel castello di Schonbrunn, il 13 agosto del 1752». E poi, ancora: «Io, Maria Carolina studiavo, dipingevo, suonavo e sognavo per me un Regno che fosse all’altezza delle mie aspettative. Napoli, Caserta, non erano nei miei progetti neanche quando morì Maria Giovanna, mia sorella. Mia madre, l’imperatrice, scelse Maria Giuseppa. Si era già accordata con re Carlo. Poi dopo la festa del fidanzamento anche Maria Giuseppa morì. Di vajolo. Due promesse spose, due morte. Mia madre, l’imperatrice, scrisse a re Carlo: “concederò con grande piacere una delle figlie rimastemi per compensarvi della perdita. Ne ho attualmente due che potrebbero andare bene: una è l’arciduchessa Amalia, che si dice abbia un bel viso e la cui salute dovrebbe promettere una numerosa progenie, l’altra è l’arciduchessa Carlotta che gode anch’ella di ottima salute e ha un anno e sette mesi meno del re di Napoli. Lascio a Vostra Maestà la libertà di scegliere”. No, non era il mercato, non era un dialogo tra una venditrice e un compratore. Re Carlo scelse me. L’arciduchessa Maria Carolina. Avevo sedici anni. Piansi.
Ad accogliere gli ospiti la direttrice Tiziana Maffei. Con lei Vincenzo Mazzarella, Maria Carmen Masi e Paola Viola. Le musiche a cura dell’Associazione Jervolino.
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