Innocenti evasioni, il mercoledì i detenuti parlano di legalità
Samuele Ciambriello (garante delle persone private della libertà personale)
– Mercoledì 6 febbraio, alle ore 13.30, presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito del progetto “I mercoledì d’evasione” che vede la presenza dei volontari dell’Associazione La Mansarda impegnati in attività progettuali per i detenuti, si terrà un incontro sul tema: “Legalità, responsabilità e giustizia riparativa”, a cui parteciperanno detenuti di diversi reparti del carcere. Parteciperanno: Franco Roberti, Assessore Regionale alla sicurezza, politiche integrate di sicurezza e legalità; Marco Puglia, Magistrato di Sorveglianza. Quindi, Bruno Vallefuoco, Susy Cimminiello e Carmela Sermino, tre testimonianze di familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, che ad oggi sono 358 in Campania.
Il tutto avverrà alla presenza dei volontari dell’associazione La Mansarda, impegnati in attività progettuali per i detenuti. Come Presidente dell’Associazione “La Mansarda” e recentemente come Garante delle persone private della libertà personale, i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, a portare la loro testimonianza negli istituti penitenziari; rendendo possibile un incontro tra vittime e carnefici, un modo per parlare di giustizia riparativa e non un incontro di falso buonismo, un’opportunità per metabolizzare il dolore, il lutto e anche per stigmatizzare “la mala-vita” che non è una madre premurosa o una madre severa.
Le occasioni come queste del Carcere di Santa Maria Capua Vetere, sono opportunità di intercessione, di spazi protetti, luoghi di incontro, non per il perdono giudiziale ma un’opportunità, anche, per effettuare una mediazione, tra carnefici e i familiari delle vittime innocenti della criminalità.
La mala-vita, si mostra sempre più nella nostra regione con una evoluzione allarmante, soprattutto a causa della sua manifestazione in forme nuove e diverse rispetto a quelle, per così dire fisiologiche o, almeno, tradizionali, caratterizzate purtroppo sia dalla usuale occasionalità, sia dalla leggerezza del tasso di violenza accentuato e completamente sproporzionato rispetto al movente dell’azione criminale. Insomma si spara e si agisce nel mucchio, avendo moventi assai futili o addirittura assente.
E’ indubbio che si debba intervenire di prevenzione, soprattutto sugli adolescenti a rischio.
È indubbio che vadano controllate le intere aree metropolitane e le periferie.
E indubbio che si debba intervenire sulla dispersione scolastica, essendo statisticamente acquisita l’evidenza di una relazione in qualche modo proporzionale tra evasione scolastica e criminalità giovanile.
Occorrono modifiche normative e burocratiche sullo status dei familiari delle vittime innocenti, interventi anche per i figli delle vittime.
E ancora, valorizzare e proteggere le assenze, sapendo che nelle prime ore e nei giorni subito successivi ad un fatto “di sangue” che vede coinvolti innocenti, si tenta di trovare una motivazione, un perché, individuando negli innocenti, personaggi collegati alla criminalità o cercando elementi ambigui nella vita personale. In questo modo, con la calunnia, si uccide due volte la vittima innocente.
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