La Caserta che non dimentica, manifestazione a San Clemente
-San Clemente non dimentica. Così ieri la cerimonia di commemorazione dell’80esimo anniversario della strage nazista. Era il 4 ottobre del 1943, quando la furia dei soldati tedeschi si abbatteva sulla comunità di San Clemente di Caserta: venne minato e fatto saltare un palazzo per ostacolare l’avanzata anglo- americana e gli abitanti non furono evacuati, come di solito avveniva. Morirono nel crollo venticinque persone tra cui sette donne e undici bambini. Qualche giorno prima il ritrovamento di un soldato tedesco ammazzato aveva provocato la strage di Garzano e successivamente l’arresto di diversi casertani poi trucidati a Ruviano.
Per ricordare quei tragici fatti il Comitato dei tradizionali festeggiamenti in onore di S. Maria a Macerata, patrona della parrocchia di San Clemente, ha voluto organizzare, una commemorazione che ha visto la partecipazione dell’assessore alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Caserta Enzo Battarra. Quindi, la Fanfara dei Bersaglieri della Brigata “Garibaldi” di Caserta.
L’appuntamento nella piazza del paese accanto al monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale e a Peppino Rossi che fu tra i martiri di Ruviano. Quindi, presso il monumento di via Galatina dove si trova la lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale e delle venticinque vittime della strage nazista. Qui è stato scoperto un qr code inquadrando il quale si viene rimandati ad un sito con tutte le notizie ed alcuni racconti.
La serata si è conclusa in via Campanella con una breve rievocazione degli avvenimenti a
cura del professore Felice Corvese, che è stato consulente della Procura militare di Napoli nel processo
per quei fatti, e con un concerto della Fanfara dei Bersaglieri.
“La commemorazione – hanno sottolineato gli organizzatori – nasce dalla volontà di evitare che il ricordo si perda, soprattutto tra i giovani, e per dire no alla guerra, a tutte le guerre. Abbiamo scelto di
ricordare questi avvenimenti durante la tradizionale festa patronale anche come momento di
riflessione sulla storia della nostra comunità, perché possa diventare memoria condivisa”.
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