La chiamavano Terra dei Fuochi, ma la prevenzione è vincente
– «L’obiettivo non è solo quello di far sapere ai cittadini che i nostri prodotti sono sani e che tranquillamente si possono mangiare carne e verdure, ma anche quello di sensibilizzare la popolazione al discorso della prevenzione». Così la presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta Maria Erminia Bottiglieri a margine della prima giornata di aggiornamento sul tema «Terra dei Fuochi tra false credenze e realtà» che ha visto coinvolto anche l’Ordine dei Medici Veterinari con il presidente Mario Campofreda. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono le dottoresse Maria Erminia Bottiglieri e Antonella Guida. In particolare, in questo primo incontro si è parlato di “Ambiente e alimentazione” con le relazioni di Luisa Buonuomo e Michele Tortorelli sul tema “I controlli dell’ambiente e delle matrici alimentari”. Mario Cappabianca e Antonio Guarnieri, invece, su “I piani nazionali ed i piani territoriali di controllo dei residui e dei contaminanti negli alimenti”. E infine, Agostino Greco sul tema “Oncogeni e alimenti. Interferenti endocrini”. Gli interventi sono stati moderati da Mario Campofreda. La presidente Bottiglieri ha poi ricordato che i tre incontri sulla terra dei fuochi sono organizzati con la Regione Campania. Nonostante le “paure” per il cancro, i dati di adesione sono ancora bassi, non si riesce – ha aggiunto – a far capire che una diagnosi precoce di una neoplasia oggi può salvare la vita purché eradicata in fase iniziale e senza la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico. Un esempio per tutti: l’asportazione di un polipo del colon anche di dimensioni non piccole (2 cm) attualmente è possibile attraverso la colonscopia. Si evitata così che nel tempo possa diventare maligno. La Regione Campania e la Asl di Caserta hanno investito molte risorse per realizzare questi programmi gratuiti di prevenzione e dobbiamo impegnarci tutti, personale sanitario e cittadini, a diffonderli. I dati sulla sopravvivenza per tumore nelle regioni del Sud indicano che è bassa e questo è dovuto alla diagnosi tardiva, quando le neoplasie sono in fase avanzata e, quindi, non più curabili». «Il ruolo del medico di famiglia – ha sottolineato poi Agostino Greco – è di grande centralità in questa tematica perché è colui che si interfaccia immediatamente con il paziente. E’ il medico di famiglia che deve spingerlo ad eseguire gli screening sia per il cancro della mammella, della cervice uterina e del colon. Ovviamente il ruolo della prevenzione è fondamentale». Prossimi incontri: sabato 29 e sabato 6 ottobre.
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