La cultura dei capelli, tra miti e tradizioni culturali e religiose

La cultura dei capelli, tra miti e tradizioni culturali e religiose

Tiziana Barrella -I capelli sono i protagonisti di molti celebri racconti, ma anche di miti, tradizioni culturali e religiose.
La narrazione biblica tramanda da secoli la fascinosa storia d’amore della bellissima ma corrotta Dalila e Sansone, giudice di Israele. Sansone, ricevette dal Signore una forza straordinaria e sovraumana, ma tale prodigio, sarebbe rimasto intatto solo se non avesse tagliato mai la sua lunga capigliatura, vera sede della sua portentosa forza. I capelli erano un vero e proprio collegamento con il divino.
Scilla, principessa di Megara nonchè celebre personaggio della mitologia greca, innamorata perdutamente del re di Creta Minosse, per amor suo e favorire il suo assedio, decise di tagliare al padre Niso, il capello rosso porpora tanto raccomandato da un oracolo che ne aveva predetto la morte, qualora questo fosse stato reciso.
Medusa, una delle tre sorelle Gorgoni, secondo quanto narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, poeta latino, (43 a.C- 17 d.C ) trasformò la sua chioma in serpenti, quando la inizialmente bella fanciulla, fu posseduta dal dio del mare Poseidone.
Sif, dea del grano e delle messi nella mitologia nordica e moglie di Thor dio del tuono, venne spogliata della sua lunga e bionda chioma da Loki, dio degli inganni e dei sotterfugi.
Berenice II, regina d’Egitto e moglie di Tolomeo III aveva una lunga e splendida chioma, osservata ed invidiata da tutti. Affichè il marito ritornasse vivo e vittorioso da una lunga guerra, decise di fare un voto e tagliare i suoi fluenti capelli se fosse ritornato illeso. I suoi capelli furono deposti nel tempio di Afrodite.
Secondo molte antiche tradizioni, essi rappresentano una sorta di prolungamento ideale dei nostri pensieri e delle nostre idee; sede ideale dell’energia vitale e spirituale ma anche simbolo di virilità e seduzione. Per il loro intrinseco collegamento al mondo sensuale, alcune religioni usano rasare il capo dei propri membri poiché è indice di totale devozione al Divino e di abbandono della vita mondana; talaltri invece, considerandoli sede di energia e forza vitale, usano portarli lunghi o reciderli solo come forma di offerta alla divinità.
Gli indiani d’America, sono soliti lasciarli crescere e portarli molto lunghi ed ordinati. Credono infatti che i capelli siano una sorta di “sensore o radar” utile a percepire il mondo esterno.
I Sikh, gruppo etnico nazionale dal culto monoteistico originario del Punjab, India, fanno il voto di non tagliare mai i capelli in quanto associati alla forza vitale.
In India, anticamente le donne sposate usavano adornare i capelli e portarli legati in elaborate trecce o acconciature per indicare il loro status.
Nel cattolicesimo, la sacra tonsura, segnava il passaggio dallo stato laico a quello clericale, una vera e propria cerimonia del taglio dei capelli, indicante una vera e propria rinuncia simbolica alla vita mondana. Tale rito fu abolito nel 1972 da Paolo VI.
Gli ebrei ortodossi, sono soliti fin da piccolissimi distinguersi attraverso i peyot (o payot), dei boccoli che scendono lungo il viso lateralmente alle tempie e che con l’età, diverranno un tutt’uno con la barba.
Nell’induismo, Visnu’, una delle figure della Trimurti (Bramha il creatore, Visnu’, il conservatore e Shiva, il distruttore) fu colpito alla testa da un’ascia perdendo buona parte dei suoi capelli. Gli venne offerta una ciocca di capelli per sopperire alla carenza, e tale offerta, fu così gradita, che in India, attualmente, esistono molte tradizioni legate ai capelli a al loro donarli in segno di devozione. La tonsura, praticata in segno di rinuncia alla vanità e un modo per portare via anche problemi e ritrovare la pace interiore.
Nel Buddhismo, i monaci, rasando completamente il loro capo, manifestano la loro piena accettazione di una vita più semplice.
Gli Hare Krishna risparmiano alla rasatura totale dei capelli solo un ciuffetto detto sikha, posto all’altezza occipitale.
In alcune tribù africane, per spaventare gli spiriti maligni vengono rasati i capelli a forma di croce.
Ma ci sono anche altri tipi di conoscenze che danno una forte valenza ai capelli; ecco quindi che essi diventano un vero e proprio simbolo o strumento.
In alcuni rituali esoterici, i capelli creano un collegamento, un legame con la persona a cui appartengono.
Alcuni popoli usavano come un vero e proprio segnale di disponibilità i capelli. Se sciolti, le ragazze erano libere, se raccolti erano maritate. (tratto dal volume Corpo Cuore Comunicazione).

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Tiziana Barrella
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Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Segue numerose attività formative per alcune Università italiane. Svolge docenza e formazione per enti pubblici, privati e università. Profiler e studiosa di criminologia e psicologia comportamentale, nonché specializzata già da anni, nello studio della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo, con una particolare attenzione rivolta al significato in chiave criminologica delle azioni eterolesive ed autolesive, necessarie per la redazione di un profiling.

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