La menzogna,  come riconoscerla. Il profiling del bugiardo

La menzogna,  come riconoscerla. Il profiling del bugiardo

rubrica a cura di Tiziana Barrella

-Tutti mentono si è sempre detto. Si impara a dire bugie valutandone talvolta il temporaneo vantaggio, fin da bambini e per le più svariate circostanze, ma per essere un perfetto bugiardo occorre avere delle caratteristiche precise: tanta memoria  e soprattutto bisogna essere consapevoli perfettamente di chi si ha di fronte! Indubbiamente mentire allo Shelock Holmes di turno sarà più difficile rispetto al  raccontare frottole alla nostra ingenua vicina di casa, ma non sempre la scelta – se così possiamo chiamarla – ricade sui soggetti “facili”. Le menzogne possono essere il frutto di una occasionalità dettata delle contingenze del momento, ma anche divenire un vero e proprio comportamento ordinario; talvolta il bugiardo abituale, potrebbe prediligere per le sue performance soggetti catalogabili come “un livello di difficoltà 10” (volendo usare un linguaggio preso in prestito dal mondo dei video games) cioè una persona piuttosto sveglia ed attenta, soltanto perché il rischio diviene  una vera e propria fonte adrenalinica! Ma vediamo secondo le classificazioni tradizionali chi sono i vari tipi di bugiardi, quali sono le loro peculiarità, come agiscono e chi sono le vittime preferenziali.

Il mentitore abile: è in chi è totalmente in grado di far apparire ciò che è falso come  vero e probabile. Comunica talmente bene che è davvero difficile rilevare eventuali incoerenze comunicative. Ha un buon livello di controllo delle proprie emozioni, del proprio linguaggio del corpo, riesce a narrare i fatti con disinvoltura includendo anche dettagli precisi alla storia. Può addirittura anche rafforzare i fatti con prove materiali e collegarli ad altri accadimenti in modo così concreto da non far nascere alcun sospetto. Il bugiardo abile gode di un’ottima capacità di memorizzare ciò che racconta. Si, perché chi mente, deve fare sempre i conti con una memoria di ferro e ovviamente sperare nella smemoratezza altrui!

 Il mentitore ingenuo: ha comportamenti incongrui, è emotivo potrebbe avere una timbro di voce flebile o traballante, uno sguardo sfuggente, essere non particolarmente preciso nel narrato, evasivo e poco sicuro di sé in ogni caso, il suo modo di relazionarsi produce una serie di “indizi di trapelamento” (leakage) per un eccesso o per mancanza di controllo del non verbale. E’ facile che il bugiardo ingenuo finisca per tradirsi e per insospettire l’interlocutore, ma si badi bene, non è detto che chi si comporta in questo modo ci stia necessariamente raccontando una frottola; individuare un bugiardo non è scontato e non esiste davvero nessuna ricetta, ma solo un’ insieme di elementi che, unitamente ad altri indizi, ci fanno intuire la strada giusta! L’insicurezza  infatti potrebbe essere anche una caratteristica comportamentale, semplicemente il frutto di un momento stressante della propria vita o un narrato che talvolta produce in noi emozioni perché rievoca ricordi personali.

Il mentitore seriale: prova una sorta di bisogno ad artefare la realtà o un vero e proprio piacere. Talvolta vive in un suo mondo fantastico e raccontando frottole esterna parte delle sue fantasie, talaltra mentire diventa un’abitudine o un appagamento. Il bugiardo seriale ha un suo stile comportamentale, mentire produce benefici sotto diversi profili come ad esempio appagare le proprie frustrazioni. Questo tipo di bugiardo predilige una tipologia di individui specifici, prova un vero piacere nel farla franca, soprattutto quando il destinatario della menzogna ha la fama di essere un soggetto con una certa reputazione.

Il mentitore occasionale: tutti possono essere inseriti in questa categoria; in alcune occasioni, mentire può essere una comoda giustificazione, una strada per risolvere temporaneamente un problema, un modo per non perdere la faccia o per tirarci fuori da una situazione imbarazzante.

I parametri per scoprire una menzogna occasionale sono sempre gli stessi, linguaggio del corpo coerente a ciò che si sta asserendo, fermezza e al contempo naturalezza dello sguardo, coerenza del narrato, affidabilità del soggetto che ci trasmette l’informazione;  ma ci si chiede a tal punto, è sempre giusto far capire che abbiamo scoperto una bugia? Qualcuno ritiene che a volte sia meglio lasciar correre, lasciare una via di fuga al bugiardo, anche perché cosa faremmo dopo aver svelato che in realtà abbiamo ben compreso che ci hanno appena raccontato una fandonia?

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Tiziana Barrella
Tiziana Barrella 121 posts

Avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Segue numerose attività formative per alcune Università italiane. Svolge docenza e formazione per enti pubblici, privati e università. Profiler e studiosa di criminologia e psicologia comportamentale, nonché specializzata già da anni, nello studio della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo, con una particolare attenzione rivolta al significato in chiave criminologica delle azioni eterolesive ed autolesive, necessarie per la redazione di un profiling.

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