La storia di Blessing in un libro come denuncia e riscatto
Un libro-testimonianza, carico di speranza, sul dramma della tratta di essere umani. Questo, e molto altro, nel libro «Il coraggio della libertà. Una donna uscita dall’inferno della tratta». La presentazione è per venerdì 3 febbraio alle ore 17,30 alla biblioteca diocesana di Caserta. Dopo i saluti del vescovo monsignor Giovanni D’Alise, gli interventi della giornalista Nadia Verdile, della scrittrice Marilena Lucente. Quindi, Blessing Okoedion coautrice e protagonista del libro. Saranno presenti monsignor Raffaele Nogaro già vescovo di Caserta e suor Rita Giaretta, Casa Rut che ha curato la postfazione. La prefazione è, invece, di Dacia Maraini che scrive: «Il libro testimonianza mi ha commossa! E’ importante che la gente capisca come stanno le cose, nei dettagli, non solo in astratto».
Blessing è una giovane donna nigeriana, laureata in informatica, che cerca di costruirsi il suo futuro personale e lavorativo a Benin City. Qui incontra una donna pia, membro di una delle tante chiese pentecostali che le dà lavoro, e un giorno le propone di andare a lavorare per il fratello che gestisce dei negozi di informatica in Europa. Ma una volta arrivata in Italia non c’è nessun negozio di informatica. C’è solo la strada. Si rende conto di essere stata venduta come una merce per il mercato del sesso a pagamento, come migliaia di altre donne nigeriane. Un inferno. Si ribella, fugge e denuncia. Viene portata a Casa Rut, a Caserta, dove, grazie all’accompagnamento delle suore Orsoline, cerca di ricostruire se stessa, la sua vita, la sua fede. Ritrova dignità e libertà e ora è pronta a spendersi perché altre donne nigeriane trovino la forza e il coraggio di spezzare le catene di questa schiavitù.
Da questa volontà di denuncia e di riscatto, nasce il libro Il coraggio della libertà, in cui Blessing racconta la sua vicenda. Scrive Blessing: «Ero completamente stordita, incredula, impaurita, disorientata. Maman Faith mi introduceva al mio nuovo lavoro e alla mia nuova vita in Europa. Una vita in strada. In quel momento ho saputo che ero finita nelle mani dei trafficanti. Che ero diventata la loro schiava. Come era potuto accadere? Nella mia testa si affollavano tante domande. Ancora oggi non sono in grado di rispondere. Ma ora sono convinta che dovevo passare attraverso quell’esperienza del male per scoprire il vero bene. Per questo ringrazio Dio, perché quello che ho vissuto sulla mia pelle mi permette ora di parlare e forse di liberare altre donne. Sono dovuta scendere nell’abisso per rinascere a una vita nuova». Il testo, arricchito dalla prefazione di Dacia Maraini e dalla postfazione di suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut, è scritto a quattro mani con Anna Pozzi, giornalista e scrittrice, che si occupa da molti anni della tratta di persone e delle moderne schiavitù, e che firma all’interno del volume anche un approfondimento sul traffico e lo sfruttamento delle donne nigeriane in Italia.
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