L’Agonia delle parola, la mostra di Umberto Fabrocile
–The Open Space, lo spazio culturale della libreria Mondadori di Santa Maria Capua Vetere, ha ospitato il vernissage della mostra di pittura di Umberto Fabrocile. Il titolo «L’Agonia della parola» fa da fil rouge attraverso tutte le opere esposte, che si basano su un’unione artistica tra il tratto pittorico e l’utilizzo della parola. Il tema, inoltre, si collega anche alla scelta del luogo di esposizione, appunto, una libreria.
All’evento sono intervenuti, oltre allo stesso Fabrocile, anche lo scrittore Marco Onnembo, il giornalista de «Le Iene» Gaetano Pecoraro e il professore Oreste Trabucco dell’Università di Bergamo.
L’artista dichiara: «La mostra nasce da una riflessione personale ed è dedicata alla parola, una parola che viene sempre più mortificata dai simboli e dai social network. Ho contrapposto a queste immagini che utilizziamo quotidianamente frammenti di poesie, canzoni e romanzi, che apparentemente fanno da sfondo, ma ne sono i veri protagonisti poiché esprimono i temi dei vari quadri, come quello dell’amore o del bacio».
Tra i vari frammenti utilizzati, ce ne sono alcuni tratti dal romanzo di Onnembo «La prigione di carta», il quale si è congratulato con Fabrocile, mentre Gaetano Pecoraro ha lodato il modo in cui il pittore guarda alle nuove generazioni.
Il professore Trabucco, nel suo intervento, ha parlato di come l’associazione delle parole al loro significato ci fa pensare al modo in cui si sta insieme, poiché tutti utilizzano le stesse parole, associando ad ognuna di esse un significato che è attribuito attraverso un patto, attraverso una convenzione. Questo patto però a volte può diventare estremamente vincolante poiché ogni parola non ha solo un senso, ma assume varie sfumature a seconda di come si lavora sul suo significato. Umberto Fabrocile, con le sue opere, permette di riflettere sulle parole, sul loro significato, anche all’interno della nostra socialità. Così, le immagini diventano corpi di significato da arricchire di una riflessione, che può far parte del nostro quotidiano.