Le finestre della Signora Domani, la mostra di Maurizio Esposito

Le finestre della Signora Domani, la mostra di Maurizio Esposito

Redazione -“Le finestre della Signora Domani” รจ il titolo della mostra di Maurizio Esposito che si inaugura lunedรฌ 28 ottobre a Napoli in via Duomo nella sede di Movimento Aperto. Testi di Carlo Bugli, Giuseppe Martini, Stefano Taccone e Ferdinando Tricarico.
โ€œLโ€™artista durante un suo momento onirico consegna il titolo a quattro scrittori. Nella realtร  il sogno viene raccontato ad ognuno di loro, che con un affaccio diverso hanno scritto un brano ,lโ€™artista ha realizzato in opere una propria visione multimediale, dagli scritti de โ€˜Le finestre della signora Domaniโ€™ Il sogno dellโ€™artista avrร  unโ€™appendice performativa al Vernissage dal titolo: โ€œCORP( )REA โ€“ monologo inattualeโ€, con lโ€™attrice Margherita Romeo messeri scritto e diretto da Giuseppe Cerrone, ovvero la visione di una ulteriore finestra che si spalanca, senza mediazioni, sulla realtร  dello spettatoreโ€.

Questa esposizione accompagna il visitatore allโ€™interno di una trama di sguardi che
sโ€™incrociano; ma lโ€™esperienza percettiva dellโ€™ospite non si esaurisce con lโ€™eccitazione dei
coni e dei bastoncelli retinici. Come vedremo tra poche righe, ad essere coinvolti saranno
anche dei glomeruli (che non sono renali), delle mitre (che non sono vescovili), dei bulbi
(che non sono di garofano) (per non fare il misterioso: lโ€™apparato olfattivo. Che nel sapiens
sapiens รจ poi un marchingegno abbastanza rozzo, un meccano quasi ridicolo, al cospetto
degli stupefacenti nasi di un gran numero di altre specie viventi).
Ma torniamo agli sguardi che sโ€™incrociano, i quali corrono tra segni semantici e segni che
non ambiscono alla dignitร  di un significato vero e proprio. I primi si slanciano dalle
scritture di quattro autori che si chiamano Carlo Bugli, Giuseppe Martini, Stefano Taccone
e Ferdinando Tricarico; tutti attivi sui crinali scivolosi e incerti che separano la scrittura
dโ€™immaginazione dalla critica delle arti, la filosofia del linguaggio ordinato dalla pratica
disordinata e un poโ€™ selvaggia delle avanguardie storiche, post-moderne, postreme e
postume. Facendo il verso a Totรฒ il Grande, direi che la somma di questi scritti risulta nel
totale coacervo del miscuglio: un cocktail non shakerato di epigrammistica, racconti
โ€œpulpโ€, sogni surrealisti e treni che deragliano con voluttร  e senza ritegno. Un intruglio, unโ€™accozzaglia di scritture irridenti e meccaniche come di automa, insomma; automatiche e semiautomatiche come pistole variamente capaci di fare fetecchia e di esplodere colpi mortali.
Gli sguardi che invece si allungano dai segni che non aspirano alla dignitร  di un significato
provengono dalle opere di Maurizio Esposito, chโ€™รจ un artefice abituato a progettare e
produrre oggetti e strutture capaci di agire per forza di aggregazione di energie anche
disomogenee. Il suo รจ un fare che si fida dellโ€™eventualitร  probabilistica, del tutto allineato
alle acquisizioni della fisica quantistica e ai risultati dello strabiliante Alfred Jarry, che nel
suo famigerato โ€œGesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisicoโ€ fu capace di anticiparne
gli ottenimenti giร  sul declinare del XIX secolo. Si tratta di opere poste in cornice quasi per
ridere, dal momento che non ce la fanno proprio a starsene, buone buone, al loro posto.
Questa esposizione, in tutta evidenza, addirittura non esisterebbe se le sue opere non si
sporgessero nello spazio, protendendosi in avanti dalle cornici che a fatica le tengono come
nasi che fiutano lโ€™aria che nella sala espositiva si riposa, e ogni tanto lโ€™odore degli
spettatori, ciascuno dei quali dotato a sua volta di naso, che lโ€™esposizione si trovano a
visitare. Nessuno di tali visitatori, passando in rassegna le opere e i loro nasi, si astiene dal
respirare: si tratta di persone, senza eccezione, viventi, alcune piรน attente e determinate a
โ€œinteragireโ€ con i quadri, altre, magari, piรน distratte e svogliate. Cโ€™รจ da presumere che la
maggioranza di loro neanche si accorga di avere a che fare con opere dotate di naso, che la
nasitร  sia addirittura la loro principale caratteristica, la prima delle attitudini relazionali
che lโ€™artefice e inventore ha avuto la bontร  di concedere loro; lโ€™attributo della nasitร  โ€“ a
ben vedere, o sniffare โ€“ รจ, anzi, niente di meno della loro unica possibilitร  di esistere nel
mondo al di fuori dellโ€™ottusa autosufficienza della monade, che per suo conto nรฉ si
estroflette nรฉ sโ€™introflette, bastando a sรฉ stessa perfettamente.
Si tratta pur sempre di opere incorniciate e appese alla parete di uno spazio espositivo,
destinate, si potrebbe dire, ad essere innanzitutto guardate. Questo รจ innegabile. Puรฒ darsi
che lo stesso artefice, nel concepirle e nel realizzarle, abbia pensato di realizzare delle opere
visive come tante altre. Ma alla fine, e per fortuna, devโ€™essersi reso conto di avere a che fare
con delle opere-naso, e si รจ comportato di conseguenza. Confidando tuttavia in un pubblico
pagante dotato, oltre che di nasi, di occhi, ha pensato bene di reclutare i quattro coautori
scriventi di cui si รจ dato conto piรน sopra.
รˆ questa, alla fine, una mostra multimediale? Senzโ€™altro. Ma รจ prima un organismo
eventuale, predisposto allโ€™addizione degli sguardi, e piรน ancora dei fiati che si mescolano e dei nasi che a vicenda si annusano, sniffandosi con la voluttร  erotica che lโ€™arte riconosce
alla vivente vita, e viceversa.
Eugenio Lucrezi

Apertura della mostra : Lunedi e Martedi 17, 00 โ€“ 19,00 Giovedi 10,30 โ€“ 12,30
Eventualmente per appuntamento tel. 3332229274 / 3200232065

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