Le mie prigioni, il Maschio Angioino svela i sotterranei segreti

Le mie prigioni, il Maschio Angioino svela i sotterranei segreti

Mario Caldara

– I castelli, le fortezze, fanno sì che la mente vaghi nel tempo e torni indietro, in epoche vissute solo attraverso i film o documentari, mezzi che permettono, però, di assaporare alla lontana certe atmosfere. In questo modo, si rimane solamente spettatori distanti di storie e ambientazioni, poiché pur sempre separati da uno schermo. Poi ci sono i reperti, testimonianze che, al netto delle condizioni in cui sono, trasmettono qualcosa, come se rievocassero i tempi andati, quelli in cui erano nel loro massimo splendore. Tutto questo accade certamente in luoghi suggestivi, simbolici di una città, come il Castel Nuovo, conosciuto anche come Maschio Angioino, che per quanto famoso e caratteristico, e per quanto spicchi a due passi dal mare, riserva tante sorprese, angoli al suo interno sconosciuti ai più.

La Fortezza del tempo: itinerario delle prigioni, organizzata dall’associazione Timeline Napoli, permette durante il mese di agosto, attraverso visite guidate, di “esplorare” zone del castello che normalmente non sono visitabili. La visita tematica a carattere storico-archeologico fa sì che si segua un preciso percorso, che include sia l’interno sia l’esterno del Maschio Angioino. Si parte dall’Arco di Trionfo, eretto da Alfonso d’Aragona per celebrare la conquista del Regno di Napoli nel 1443, poi, attraversato il cortile, si scende nel sotterraneo del castello, formato da due suggestivi luoghi sottostanti la Cappella Palatina, la fossa del miglio e la prigione della congiura dei Baroni. La prima era utilizzata come deposito del grano della corte aragonese e anche come prigione per i condannati alle pene più dure, detta anche fossa del coccodrillo, poiché quest’ultimo entrava da un’apertura e azzannava i prigionieri alle gambe fino a trascinarli in mare; la seconda, invece, conserva quattro bare senza iscrizione che si pensa appartengano ai nobili accusati di aver partecipato alla congiura dei Baroni nel 1485. Infine, dopo aver salito le scale a chiocciola della Regina Giovanna, che ella usava per raggiungere i suoi amanti, si può ammirare lo storico portone di bronzo.

Una visita unica che mette sotto i riflettori un mondo sconosciuto, del tutto differente dalla bellezza e dalla “grandezza” che trasmette Castel Nuovo dall’esterno. Un mondo nell’ombra, sotterraneo, oscuro, contenitore di pene passate, aperto al pubblico affinché ogni aspetto della vita entro le mura del castello, non soltanto quindi quella alla luce del sole, possa essere ricordato, rievocato.

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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