Le sigarette non vanno più in fumo, parola d’ordine è svapare
Lucia Golino -Tutte le lingue viventi, com’è noto, si lasciano permeare da ogni sorta di fenomeno sociale e ne rispecchiano l’evoluzione e gli esiti. Nella nostra era digitale, in particolar modo, si moltiplicano le innovazioni tecnologiche, dalle quali hanno origine nuovi termini che si impongono nell’uso quotidiano, entrano a far parte del linguaggio comune, e finiscono poi con l’ottenere formale riconoscimento in testi ufficiali, come il vocabolario Treccani o presso la prestigiosa Accademia della Crusca.
Oggi parliamo di svapare, un verbo intransitivo, che sta per: “fumare una sigaretta elettronica emettendo il caratteristico vapore simile al fumo”. Questo neologismo deriva dal lemma “vapore”, con l’aggiunta del prefisso s- (dal latino ex, la s esprime l’idea del completamento, del condurre un’azione a termine) e il suffisso –are dei verbi di prima coniugazione. Secondo alcuni, la s in posizione iniziale richiamerebbe la “s-igaretta”; altri, invece, sostengono che l’etimo della parola sarebbe semplicemente da ricondurre all’ inglese to vape, attestato già intorno al 2007-2008.
Per svapare (esiste anche la variante svaporare) occorre una sigaretta elettronica, normalmente corredata di un kit che prevede una batteria ricaricabile, un circuito elettronico, un filtro e un vaporizzatore. Questo semplice dispositivo dà la sensazione di fumare una vera sigaretta ma l’assenza di combustione ne elimina gli effetti cancerogeni, notoriamente nocivi alla salute.
Sulla falsariga di questo neoconio è sorta anche una terminologia specifica: svapata, ossia fumata, svapatore, fumatore, e svapo, la sigaretta stessa.
Inventata nel 2003 da un farmacista cinese, Hon Lik, la e-cig, o electronic cigarette, come la chiamano gli inglesi, è comparsa sul mercato italiano e internazionale, registrando strepitose vendite, solo negli anni 2012-2013, grazie anche alle massicce campagne pubblicitarie antifumo. Difatti è proprio nel 2013 che si rinvengono le prime occorrenze del termine svapare in documenti scritti pubblici, come i quotidiani Il Corriere e La Repubblica. In realtà la parola svapare, sinonimo di sigaretta, compare già nel 2004, precisamente in un libro di Renzo Ambrogio e Giovanni Casalegno, dal titolo: “Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili”; apparterrebbe dunque allo slang italiano e sarebbe legato al gergo della malavita.
Volendo risalire ancora più indietro nel tempo, nel celebre film tratto da F. Moccia, “Tre metri sopra il cielo”, del 1991, si fa riferimento alle svapore, da intendersi delle comunissime sigarette.
Dal momento in cui è possibile svapare senza aggiungere nicotina al mix di sostanze da inalare, la sigaretta elettronica è ritenuta perlopiù innocua per la salute, e quindi una “sana” alternativa alle normali sigarette.
Ma, a rigor di termini, l’azione di svapare non corrisponde esattamente a quella di fumare in quanto occorre effettuare dei tiri più lunghi, ma delicati, della durata di 4 o 5 secondi, affinché il vapore penetri lentamente nella bocca. Non c’è allora da meravigliarsi che sul web siano presenti diversi siti interamente dedicati alle e-cig e al loro corretto utilizzo. Per i “neofiti”, ad esempio, si consiglia di iniziare a svapare “di guancia”, ossia facendo passare prima il vapore dalla bocca e successivamente inalarlo.
In definitiva, svapare è stata la tendenza imperante negli ultimi anni, seguita da migliaia di ex-fumatori, ma anche di neo-fumatori, allettati dall’idea di concedersi il piacere di una sigaretta, senza dover preoccuparsi degli effetti collaterali. Inoltre, hanno contribuito a “consacrare” questa moda numerosissimi VIP, come l’attore statunitense Johnny Depp, l’esuberante Paris Hilton, sempre all’avanguardia nel mondo dello spettacolo come nella vita, e perfino il cantante Vasco Rossi, che in passato, aveva cantato ed esaltato le “bionde” Lucky Strike.
In conclusione, grazie alla vasta gamma di dispositivi in commercio, che variano per aspetto, sapore e gusto, svapare non è più una “scelta di ripiego” per chi, armato di grande forza di volontà, ha detto addio alle sigarette, ma è diventato “la prima scelta”, un’autentica passione.
Poiché sia il fumare che lo svapare prevedono l’emissione di sbuffi di fumo/vapore, c’è da chiedersi se le sensazioni di piacere e appagamento, tanto ricercate, non siano da ricercarsi proprio nell’atto di creare e spandere tali getti. Ciò è solo un’ ipotesi ma ci richiama alla memoria una congettura davvero bizzarra di un cantautore francese degli anni ’60, Serge Gainsbourg, secondo cui: “Dio è un fumatore…Vedo le sue nuvole grigie”.
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