Legge salva-suicidi, a confronto avvocati e commercialisti
(Redazione) – Seicento circa i professionisti tra avvocati e dottori commercialisti che hanno affollato la Scuola di Formazione Forense a Santa Maria Capua Vetere. L’occasione è stata data dal convegno sul tema “Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”, che ha consentito un’analisi attenta e strettamente ancorata alle problematiche attuali. L’incontro è stato organizzato dalla Fondazione Forense, presieduta dall’avvocato Antonio Mirra, in collaborazione con il collega Ivan Zoff, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere. E proprio a quest’ultimo è toccato il compito di introdurre il tema, sottolineando l’importanza della norma e il suo impatto sociale. La Legge nello specifico è la numero 3 del 27 gennaio 2012, ribattezzata anche “Legge salva-suicidi”, il cui l’obiettivo dichiarato era quello di alleviare le condizioni di vita dei debitori, di evitare il ricorso all’usura, di garantire tutele ai soggetti. In pratica di arginare e contrastare le situazioni di sovraindebitamento che troppo spesso, purtroppo, conducono a gesti estremi. Al giudice della Sezione fallimentare del Tribunale sammaritano Marco Pugliese il compito di analizzare i presupposti di accesso alle procedure della crisi da sovraindebitamento e il ruolo di controllo dell’Autorità giudiziaria, mentre l’avvocato Walter Russo ha sottolineato le carenze e le contraddizioni della norma, soffermandosi sugli aspetti relativi al piano del consumatore e alla sua applicazione.
Ma cos’è il sovraindebitamento? “Uno stato di illiquidità – ha spiegato l’avvocato Russo – nel quale il debitore non è in grado di far fronte ai debiti scaduti o di imminente scadenza, nonostante il patrimonio possa avere un valore superiore all’esposizione debitoria, ma non sia liquidabile in tempi brevi, né appaia possibile fare ricorso al credito di terzi, concedendo garanzie sul patrimonio non liquido. In altri termini, lo squilibrio non deve essere temporaneo e il raffronto dei debiti va fatto con il patrimonio prontamente liquidabile, ovvero tenendo conto di quella parte del patrimonio che può essere sollecitamente monetizzata”.
Quindi, le relazioni del neo eletto presidente dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Caserta Luigi Fabozzi che ha illustrato le funzioni dell’Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento, di cui l’Ordine di Caserta si è recentemente dotato. Pasquale Pilla, professionista iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Caserta, ha invece affrontato la crisi da sovraindebitamento delle società agricole e la funzione degli accordi di ristrutturazione del debito, con un’accurata disamina critica delle procedure. Da parte di Fabozzi, che dal primo gennaio si insedierà ufficialmente alla guida dei commercialisti casertani, l’impegno ad organizzare al più presto una serie di incontri di approfondimento sulle questioni emerse nel corso dei lavori.
L’interessante convegno è stato aperto dai saluti del presidente della Fondazione Forense l’avvocato Antonio Mirra, del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere Carlo Grillo e dal presidente della Sezione fallimentare del Tribunale sammaritano Gian Piero Scoppa.
Delicato e commosso il pensiero che i colleghi hanno voluto rivolgere all’avvocato Francesco Simeone, recentemente scomparso. “Mi piace ricordare il professionista – ha detto l’avvocato Russo – ma soprattutto l’uomo spontaneo, schietto, diretto”.
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