Libri a Palazzo Paternò, presentato “Il soldato abbandonato”
-“Il soldato abbandonato” è il titolo del romanzo di Giampiero Lisi presentato ieri nello storico palazzo Paternò in via San Carlo a Caserta. «Un romanzo che è una riflessione sull’amore, al di là del tempo e della distanza e che trae spunto dalle storie e dai racconti di mio padre e dei miei zii», dice l’autore ripercorrendo brevemente la tragica e sfortunata storia d’amore tra un soldato americano e la sua soccorritrice. Una storia spezzata dalla guerra e dalla distanza, che si intreccerà, invece, con l’amore che sboccerà fra i due giovani Eleanor e Piero.
Con l’autore sono intervenute poi Adele Vairo, preside del liceo Manzoni, che ha presentato il progetto editoriale intelligente intrapreso dal suo liceo con la casa editrice del romanzo, Graus Edizioni. «Questa serata rappresenta l’inizio di un nuovo anno che si prospetta come anno di ritorno progressivo e graduale alla normalità, alle relazioni interpersonali e alla partecipazione ad una vita scolastica ricca di eventi culturali», spiega la dirigente.
Poi aggiunge: «Con Graus Edizioni il liceo Manzoni ha intrapreso il progetto editoriale intelligente per far avvicinare i giovani alla carta stampata. La carta stampata deve continuare a far vivere, nei giovani, il senso della cultura e della rielaborazione critica». Nel corso della presentazione ha interagito con la preside anche la docente e referente di “Viaggio Libero”, Maria Cristina Grillo che ha raccontato del progetto che «è espressione dell’amore per la lettura, la lettura vista come strumento per allontanare i giovani dalle barbarie del mondo moderno e dalla tecnologia delle parole ridotte e spezzate».
La professoressa ha concluso il suo intervento con un augurio ai tantissimi studenti del liceo Manzoni presenti all’evento: «Io vi auguro di leggere tanto e questo è uno dei miei compiti da docente spronarvi a leggere, questo è il mio viaggio libero». Alcuni passi tratti dal libro sono stati letti dal docente Massimo Santoro. L’evento è stato moderato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci che ha ricordato l’importanza dell’evento tenutosi in concomitanza con la giornata internazionale della cultura e con i cento anni dalla morte dello scrittore e giornalista italiano Domenico Rea. Altri interventi della giornalista sono poi serviti per dialogare con l’autore che ha rivelato: «C’è una parte del romanzo a cui sono più legato ed è il racconto di Anita che contiene le storie dei suoi avi, nello scrivere mi sono venuti in mente i racconti dei miei zii e di mio padre». L’evento, svoltosi nella corte interna del palazzo, si è concluso con un buffet per gli ospiti.
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