Liceo Quercia, sul palcoscenico di Palazzolo Acreide
-Novanta compagnie teatrali, provenienti da tutta Europa, in particolare dieci dalla Campania, ammesse alla competizione sulla base di una rigida selezione operata dall’Istituto Internazionale del Dramma Antico, rappresenteranno sul palco di Palazzolo Acreide le opere più importanti della drammaturgia del mondo classico. Tra le compagnie selezionate, quest’anno avrà accesso alla competizione anche quella del Liceo Classico Federico Quercia. Gli studenti porteranno sulle scene la rappresentazione della tragedia greca Elettra di Sofocle. Lo spettacolo, organizzato nell’ambito del Laboratorio di Teatro Antico
Antonia Iodice dalle docenti Prof.ssa Marta Piccolo e Prof.ssa Giulia Rocco, con la collaborazione della docente tutor prof.ssa Giovanna Paolino, vede coinvolti studenti delle classi I L, I Q, II L, II Q, III L e III Q e
si avvale, altresì, del supporto del Collaboratore Vicario Prof. Pasquale Delle Curti. Il Laboratorio del Teatro Antico del Liceo “Quercia” e’ stato fondato nel 2011, fortemente voluto dal D.S. Diamante Marotta, e , da allora, questo percorso appassionante e’ divenuto un punto di riferimento fisso e sempre piu’ importante nelle attività del Liceo con un alto valore culturale, educativo e sociale, riconosciuto sia in ambito nazionale che internazionale. Una compagnia teatrale in pianta stabile, quella del Quercia, alla quale partecipano anche ex allievi del prestigioso istituto e composta da ben 72 studenti che ricoprono ruoli differenti- attori, musicisti, ballerine, costumisti, scenografi- i quali, ogni anno, danno voce ad Eschilo, Sofocle,Euripide, Plauto, Terenzio ed agli archetipi umani che questi autori hanno creato e che impregnano ancora l’immaginario collettivo di tutta la cultura occidentale.
“La partecipazione al Festival internazionale del dramma antico – ha affermato il dirigente scolastico Marotta – è l’esito di un percorso iniziato nel 2011. Tante sono state le tragedie e le commedie portate in scena dai nostri studenti in questi anni. Il Laboratorio di teatro antico è stato ed è un presidio formativo straordinario”. “Attraverso la rappresentazione delle opere classiche- hanno dichiarato le professoresse Piccolo e Rocco- i nostri ragazzi vedono la meraviglia, il dolore, l’amore e la complessità della vita. Ascoltano le parole di donne e uomini come loro, non certo di eroi distanti nel tempo.Lo spirito greco ha una innata attitudine a vedere tutte le angolazioni possibili della realtà e trasforma il teatro in una palestra di libertà”. L’Elettra, rappresentata tra il 420 e il 410 a. C., racconta il dramma dell’omonima protagonista, figlia di Agamennone e Clitemnestra, che intende vendicare la morte del padre avvenuta ad opera della madre. Elettra progetta il matricidio contando sull’aiuto del fratello Oreste. Nel corso della storia la protagonista affronta la violazione della propria casa da
parte di Egisto, amante della madre, e piange la falsa notizia della morte
del fratello. Ricomparso sulla scena e rivelatosi alla sorella, Oreste può
compiere il terribile gesto del matricidio progettato insieme ad Elettra.
Sulla scena si disegna con vigore il dramma morale che contrappone il
dovere di un figlio di vendicare il padre e la condanna del matricidio. Il
lavoro di riscrittura, diversamente dall’ originale sofocleo, prevede
l’arrivo sulla scena prima delle Erinni, dee del tormento, che condannano i
due fratelli per il terribile gesto compiuto, poi di tre personaggi nuovi:
Dike, personificazione della giustizia, che prende in esame i punti di
vista di Ifigenia e di Agamennone, che rappresentano rispettivamente le
ragioni di Clitemnestra e di Elettra ed Oreste. Al di sopra di tutti i
personaggi, si impone chiaramente, nelle parole di Dike, il richiamo al
rispetto della vita dell’altro e l’invito ad acquisire nuove consapevolezze
dalla sofferenza. Ed è questa l’eredità più grande che raccogliamo dal
teatro classico: comprendere le contraddizioni e le sofferenze che attraversano la vita umana, per farne strumento per migliorarla
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