Lo screenshot al tempo dei social, l’arte di catturare immagini

Lo screenshot al tempo dei social, l’arte di catturare immagini

Vincenzo Simoniello*

Schermata 2018-09-03 alle 08.57.19– La parola inglese screenshot, dall’unione dei sostantivi screen (“schermo”) e shot (“scatto fotografico”), designa comunemente oggi «un’immagine dei dati visualizzati sullo schermo di un computer o di un dispositivo mobile», contenuti catturati anche grazie alla facile combinazione di tasti (solitamente due) offerta dagli odierni smartphone per eseguire l’operazione, come definito, ad esempio, dagli Oxford Dictionaries.

La prima attestazione nota del termine risale al 1983, anno in cui venne coniato da Bill Kunkel all’interno della rivista mensile americana Electronic Games, la prima specializzata in video games, con l’accezione di «fermo-immagine di un gioco».

Di recente divenuta pratica comune in Rete a livello globale, soprattutto nei dibatti socio-politici che infiammano i social media come Twitter nell’era della post-verità digitale, come modalità ad esempio per fornire prove “tangibili” di post, tweet o qualsiasi attestazione scritta compromettente (la cui fonte spesso viene cancellata in seguito a polemiche sollevate da avversari e/o opinione pubblica), la forma verbale inglese to screenshot (anche nella forma del participio presente e gerundio screenshotting, oltre che per derivazione come participio passato e aggettivo screenshotted) sta prendendo sempre più piede parallelamente all’espressione to take a screenshot, come registrato, tra gli altri dal Mcmillan Dictionary.

Analogamente, l’entrata nella lingua italiana dell’anglicismo screenshot come prestito integrale, ormai pienamente nell’uso soprattutto dello nuove generazioni, ha di recente prodotto per derivazione – adattandola, come spesso avviene per i forestierismi, alle regole fonetiche morfosintattiche dell’italiano (come nel caso, ad esempio, di postare, dall’inglese to post) – la forma verbale screenshottare, neologismo entrato nel Vocabolario Treccani nel 2018.

Intesa appunto come l’azione – o, si potrebbe azzardare, l’ “arte”, vista la prontezza di esecuzione spesso richiesta – del catturare in un’immagine contenuti digitali, in altre lingue romanze come il francese, lo spagnolo e il portoghese, solitamente meno propense dell’italiano all’accoglienza di anglicismi, sono maggiormente presenti nell’uso rispettivamente i termini (e le relative forme verbali): capture d’écran/ capturer d’/l’écran; captura de pantalla (o pantallazo)/capturar la pantalla; captura de tela/capturar a tela.

 

 

* Dottorando di Ricerca in “Eurolinguaggi e Terminologie specialistiche”, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

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Maria Beatrice Crisci
Maria Beatrice Crisci 10306 posts

Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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