Luigi Chierchia alla Fashion Week, è l’Università che fa moda
– Lo stile e la tradizione dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli arrivano alla Milano Fashion Week grazie a Luigi Chierchia. E’ lui il giovane napoletano che ha fatto delle sue creazioni capolavori da passerella. La sua città d’origine è Napoli ma ha maturato e approfondito la sua passione per il mondo della moda soprattutto grazie agli studi presso l’università casertana. Perché l’università e non un’accademia di moda? «Dopo il diploma ho scelto l’università perché volevo un percorso formante che parlasse di moda in maniera scientifica. Questa metodologia didattica fornisce agli studenti una grande formazione, più che stilista sono fashion designer, progettista di moda, ho una formazione a 360 gradi. Ho conseguito una laurea triennale poi ho approfondito con un percorso magistrale in design per l’innovazione infine ho concluso con una borsa di ricerca». Quanto ha influito l’Università Vanvitelli nel tuo percorso? «Moltissimo, i professori dell’Ateneo casertano credono in me e cercano di portare avanti i miei progetti, hanno investito tempo e fatica nella mia formazione, hanno carpito la mia capacità e la mia voglia di fare, se non avessi scelto questa università non sarei arrivato a ciò, con molti sacrifici e tanto impegno sono riuscito ad arrivare a livelli molto alti. Per un’università pubblica sfilare e presentare una collezione nella camera della moda è un grande traguardo, vuol dire che è riuscita a captare lo scenario della moda internazionale».
La tua collezione “Nea” è nata in Officina Vanvitelli, quale è stato il percorso che ti ha portato alla sua realizzazione? «La borsa di ricerca prevedeva sei mesi presso un’azienda di alta sartoria e questo è stato molto utile perché avere un legame tra università, azienda e designer ti apre un varco nel mondo del lavoro, spinge ad aprirsi verso nuovi scenari, è un trampolino di lancio. Quest’esperienza mi ha aiutato a prendere consapevolezza e a credere nelle mie potenzialità, mi metto sempre in discussione ma risultati del genere mi aiutano a credere in me stesso. Il mio percorso si articola in due fasi: io divento bossista di officina Vanvitelli perché presento un progetto sulla sartoria napoletana e mi è stata assegnata una collaborazione con Isaia, un’azienda sartoriale napoletana». Come arriva a Milano la tua collezione? «Isaia mi affianca nella prototipazione dei miei capi, i bozzetti vengono inviati alla Camera della Moda e selezionati tra i tanti inviati da tutto il territorio nazionale». Come è stata l’esperienza presso la Camera della Moda? «L’esperienza con Camera Nazionale della Moda italiana è stata molto formante, ci hanno dato la possibilità di seguire un webinar con Sara Maino, un webinar con Instagram per imparare le strategie per i social e un webinar sulla sostenibilità e l’eco sostenibilità. È stata un’emozione fortissima vedere il mio sogno realizzarsi. Durante il liceo costruivo e cucivo abiti e sognavo, un giorno, di vedere le mie creazioni in passerella». Cosa hai portato a Milano con la tua collezione? «A Milano ho portato tutta una ramificazione, un comparto campano a Milano, con la mia collezione ho rappresentato la bella Napoli, la sartoria napoletana, ho rappresentato gli imprenditori campani, i modellisti campani, i sarti campani, ho mostrato l’immagine più bella di Napoli a Milano. Sono stato a contatto con persone del settore che mi hanno guidato, mi sono sentito stimato e apprezzato. La sfilata è stata la cosa più affascinante e mi ha dato una bellissima vetrina a livello nazionale».
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