Madonna ad Nives. A Casolla rara e antica scultura lapidea
-Nella Chiesa di San Lorenzo Martire, sita nella piccola frazione di Casolla di Caserta, è conservata un’antichissima scultura lapidea raffigurante Sancta Maria ad Nives o Santa Maria della Neve. Trattasi di una singolare rappresentazione mariana di età medievale, di cui esistono pochi esemplari in Campania così come nel resto d’Italia.
Al riguardo, la Vergine è in posa ieratica, seduta su di un trono composto da blocchi tufacei vivi, e sul suo grembo è adagiato il Bambino, la cui disposizione è altrettanto greve e solenne.
Come da memoria figurativa alto-medioevale, i loro sguardi sono fissi, rivolti nel vuoto; dai volti non emerge alcun tipo di emozione e pertanto entrambe i soggetti sono privi di qualsiasi introspezione psicologica.
Per quanto concerne le loro vesti ed acconciature, la Madonna ha sul capo una piccola corona ed il suo corpo è avvolto da un pesante manto color crema ravvivato da decorazioni floreali bicromiche, che, vagamente, ricordano i gigli di Francia. Il Bambino, invece, indossa una lunga tunica rosso porpora, colore che, nel medioevo, era considerato molto prezioso in quanto era associato sia alla regalità terrena che a quella celeste.
Nel loro insieme, le due sculture, nonostante l’evidente severità stilistica della composizione, sono state rese in modo abbastanza equilibrato, tranne che per le tozze e disarmoniose mani, nonché i piedi del Bambino.
Secondo la tradizione, questo gruppo scultoreo risalirebbe agli inizi del Duecento, anche se dal punto di vista formale sembrerebbe più antico e retrodatabile almeno al X secolo.
A supportare questa ipotesi ricorre l’analisi iconografica, che, nel caso specifico, è riferibile alle origini della devozione mariana e all’episodio del miracolo della Madonna della Neve, avvenuto agli inizi della seconda metà del IV secolo d.C.
In merito, la leggenda riporta che durante la notte del 4 agosto dell’anno 358, Papa Liberio e i nobili romani Augusto e Livia fecero lo stesso sogno: che un manto di neve il giorno successivo avrebbe ricoperto l’area dell’Esquilino a Roma ed i fedeli poi si sarebbero dovuti adoperare per costruirvi un tempio da dedicare alla Vergine Maria. Cent’anni dopo la sua erezione, la medesima chiesa venne rifondata sotto il titolo di Santa Maria Maggiore, mentre, tra i secoli IX e X, al tempo della dominazione longobarda, la vicenda del prodigio mariano iniziò a diffondersi in maniera capillare in molte città sia dell’Italia settentrionale che meridionale. La scultura casollese è difatti ascrivibile al periodo in questione, considerata anche l’antica origine della chiesa in cui è conservata, la cui istituzione è probabilmente di età longobarda e pertanto precedente alla nota bolla di Senne, del 1113, relativa alla conferma della diocesi di Caserta all’allora vescovo Rainulfo.
Luigi Fusco – Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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