Memorie di Adriano, vive il restauro l’Arco di Trionfo capuano
– Nella Roma imperiale del II secolo dC., il 24 di gennaio veniva ricordato come il Natale del divo Adriano, l’imperatore che, dopo la sua morte, era stato divinizzato dal suo successore Antonino Pio. La sua glorificazione non fu soltanto la manifestazione di un atto dovuto, così come era da consuetudine sin dall’età repubblicana, ma un gesto sentito, poiché era stato un grande imperatore nel vero senso della parola. Colto, raffinato, appassionato ammiratore della filosofia e dell’arte greca, viaggiò per tutti i territori dominati da Roma, valorizzando ogni singola provincia. Nel corso delle sue interminabili peregrinazioni, Adriano si diresse, anche più volte, presso l’antica Capua. Da lui i capuani ricevettero non poche munificenze per la costruzione dell’anfiteatro, oltre a tanti favori politici ed economici. L’imperatore, inoltre, amava soggiornarvi soprattutto quando vi si trovava a passare di ritorno da qualche suo viaggio. Del centro capuano apprezzava il clima mite, la bontà dell’aria e l’ospitalità dei suoi abitanti. I capuani, in segno di riconoscenza nei suoi confronti, tempo dopo il suo decesso decisero di onorarlo con un imponente arco, che, ancora oggi, si vede lungo un tratto della via Appia ricadente nell’odierno comune di Santa Maria Capua Vetere. Collocata a pochi metri dall’arena dei gladiatori, di tale struttura sono ancora in piedi alcuni elementi compositivi. Noto anche come Arco Felice o Campano. Originariamente era dotato di tre ingressi ed era caratterizzato dalla presenza di ricchi ornamenti, ma con il passar del tempo una considerevole porzione della sua mole architettonica, la cui altezza raggiungeva i dieci metri, è andata inesorabilmente perduta.
Secondo alcuni studiosi, la sua realizzazione risale agli inizi del II secolo dC., mentre, per quanto riguarda il suo modello di fabbrica i suoi progettisti, probabilmente, tesero a emulare l’Arco di Tito a Roma.
Indagato nel 1600 dall’arcivescovo metropolitano di Capua Cesare Costa e poi nel Settecento dal primicerio d’Isa, venne restaurato, la prima volta, soltanto nel XIX secolo, sotto i Borbone. Dopo il 1860, vi venne inserita la lapide commemorativa della Battaglia del Volturno, la cui presenza alterò enormemente la sua struttura.
Di recente, sono, invece, iniziati i lavori di ristrutturazione, poiché l’intero arco risultava essere notevolmente compromesso e, inoltre, avevano cominciato a manifestarsi preoccupanti e pericolosi cedimenti architettonici. Trattasi di interventi relativi alla manutenzione e alla messa in sicurezza dell’antico impianto, la cui direzione è di spettanza della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Archeologici di Caserta.
About author
You might also like
Al Mann la mostra “Bizantini”. Domani la presentazione
Pietro Battarra -Sarà presentata al Mann, museo archeologico nazionale di Napoli la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”. L’appuntamento è per domani mercoledì 21 dicembre alle 11.30. L’esposizione, realizzata
Teatro Jovinelli Caiazzo, va in scena “3 Sfumature di giallo”
(Comunicato stampa) -Si terrà il 12 gennaio 2024, alle ore 20.00, presso il teatro Jovinelli di Palazzo Mazziotti, il terzo spettacolo della 6a Stagione Teatrale 2023/2024 “Teatro Jovinelli”, promossa dall’APS
Incontro Pignetti-Schiavone, patto Asi Caserta e Confindustria
– A Beniamino Schiavone gli auguri di buon lavoro da parte della presidente del Consorzio per l’Area di Sviluppo industriale Raffaela Pignetti che ha accolto il nuovo presidente di Confindustria