Michele Casella, a Caserta l’innovazione ha un gusto classico
– Lui è tra i giovani talenti casertani che ha deciso di rimanere nella sua città. Michele Casella, classe’81, formazione classica, prima al liceo Pietro Giannone e poi alla Federico II, trasmette positività, allegria e passione in tutto ciò che fa. Sul Mattino di Caserta, la giornalista Maria Beatrice Crisci lo definisce “un eterno ragazzo e la carica di positività che trasmette è davvero coinvolgente”. E come darle torto!
Formatosi al laboratorio teatrale Franco Carmelo Greco. Regista e autore di testi, ma anche docente di materie umanistiche in un liceo classico del Vomero, Michele ha sempre avuto un grande amore per il teatro fin da piccolo. “Mentre gli altri giocavano a calci – racconta al Mattino – io invece volevo recitare. Quindi, qualsiasi occasione era buona per fare spettacoli o partecipare a laboratori. Volevo imparare. Poi, al liceo il professore di filosofia Sacco, che conosceva la mia passione, mi ha coinvolto in uno spettacolo di Pirandello. Invece, la professoressa di latino e greco Lidia Filauro mi ha trasmesso un grande amore per il teatro classico. Ricordo che quando spiegava “Medea” e altri testi, io mi perdevo ad ascoltarla. Mi sembrava di riviverli. Per me è stato determinante successivamente». Con il cuore sempre a Caserta, Michele, che ama la mia città anche con le sue «contraddizioni. E qualora dovessi allontanarmi per lavoro, è sicuro che poi ritornerei sempre».
Tante le esperienze, una lunga carrellata che va dal Settembre al Borgo con Mariella Nava a “Buonanotte Oreste” nell’ambito del circuito dei “Teatri di pietra”. Poi, il Fringe Festival con il testo delle “Città invisibili” per il Napoli Teatro Festival. Ha recitato nel film “Quo vado?” di Gerardo Nunziante con Checco Zalone. E ancora, ideatore e direttore della collana di libri per bambini “Storie di cuore” per le Edizioni paoline. «È questa la casa editrice – racconta ancora al Mattino – con cui ho pubblicato testi teatrali e canzoni per bambini come “Il viaggio del girasole” o “Una sirena di nome Serena”. Ho ideato e curato il libro “Un papà con gli alamari” di Nando, Simona e Rita dalla Chiesa. È stata questa una esperienza toccante. Poi, il lavoro con Annalisa Minetti che ho affiancato nella stesura del suo volume “Iride. Veloce come il vento” nel periodo in cui ha vinto le paraolimpiadi». E non ultima per Michele la soddisfazione del premio, il «Candelaio junior». Così nell’intervista al Mattino: «È sempre una gioia ricevere un premio. La gioia è doppia se è condiviso con autrici affermate come Fulvia Degl’Innocenti, Anna Sarfatti e Cristina Zagaria, delle quali mi considero un po’ un fratello minore che ha ancora tanto da imparare. Ed è tripla se la realtà che propone l’evento è formata da energiche donne, ottime professioniste, che educano i bambini alla bellezza come Rosa Barone, Chiara Patarino e Autilia Napolitano. La gioia poi è incommensurabile se a scegliere di attribuirti il premio sono stati i bambini. Dedico la gioia di questo premio a tutti i bambini che ho incontrato e che incontrerò, al bambino che sono stato e… che forse (sicuramente!) sono ancora».
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