Montesanto foodwalk: cibo, tradizione e digitale
(Mario Caldara) – Può un quartiere o un’intera città essere raccontati attraverso il cibo? Se si pensa a Napoli e alla sua tradizione culinaria, è facile rispondere alla domanda. È realtà, infatti, che la “cucina napoletana” abbia una certa fama nel resto del paese e del mondo. I tanti turisti, senza neanche sforzarsi di nasconderlo, si aggirano per le strade della città in cerca di un’attrazione turistica e anche di una culinaria, ricercando un locale, una pizzeria o un qualsiasi posto che offre un’esperienza che i loro palati non potranno vivere in nessun’altra parte del mondo. Questo perché, a Napoli, parlare di “cibo” equivale a parlare di storia e tradizione, di pietanze tipiche impossibili da riprodurre altrove. Vi è, quindi, uno stretto legame tra luogo e gastronomia, maggiormente rafforzato dal progetto “Il (buon)gusto dell’innovazione”: riflessioni e azioni sull’immaginario culinario della città. Venerdì 9 dicembre alle 17.30, il Museo Nitsch sarà luogo dell’incontro promosso dalla fondazione Premio Napoli, durante il quale verrà presentato Montesanto Foodwalk con gli interventi di Gabriele Frasca, presidente della Fondazione Premio Napoli, Stefano De Matteis, docente di Antropologia presso l’Università di Salerno, Carmelo Colangelo, docente di Filosofia Morale presso l’Università di Salerno, lo scrittore Maurizio Braucci e il dietologo Franco Contaldo, docente di Medicina interna dell’Università di Napoli Federico II. Ci sarà l’occasione di scoprire Montesanto sotto una luce particolare, attraverso i racconti di chi ha fatto parte della storia (e l’ha alimentata con una certa dose di ricchezza culinaria) di uno dei quartieri napoletani più rappresentativi. Montesanto è un luogo che si mantiene “originale”, legato alla sua storia, impermeabile quindi a cambiamenti drastici e spersonalizzanti, orgoglioso di poter mantenere la propria identità e fare da collante tra passato e futuro. Ma cos’è effettivamente Montesanto Foodwalk? Tutto è partito da un’idea, protesa al futuro, alla tecnologia, al modo migliore per far sì che chi visiti il quartiere possa conoscere appieno la sua storia. Si tratta di un’app, prima tappa di Zurriapp (dal napoletano “zurrià”: andare a zonzo, girovagare), progetto di sound design urbano ideata da Nevermind, impresa di comunicazione e cultura digitale. Chiunque scarichi l’applicazione sul proprio smartphone, sarà accompagnato da autentici “attraversamenti sonori” della città in cui ogni quartiere di Napoli è narrato dal vissuto dei suoi stessi eroi quotidiani. Nello specifico di Montesanto, la “guida digitale” analizzerà il quartiere nel suo rapporto con la gastronomia, che vuol dire turismo, valore identitario e mercato. Tutto questo – come spiega Pasquale Napolitano (tra i curatori del progetto), che da anni attraversa il quartiere – è stato ispirato dalla volontà di accorciare la distanza tra il turista e il “luogo”, facendo sì che il primo non si limiti a una semplice foto, ma, al contrario, non si perda nulla, ascoltando in modo interattivo il racconto di quelle persone che con il loro vissuto quotidiano danno senso a quegli spazi, abbattendo qualsiasi barriera e diffondendo così la conoscenza della tradizione napoletana.
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