Museo Antica Capua, tornano a casa due preziose opere

Museo Antica Capua, tornano a casa due preziose opere

Luigi Fusco

-Dopo quasi 40 anni dal loro trafugamento ritornano a Santa Maria Capua Vetere due preziosissime opere antiche raffiguranti, l’una, Dionisio, del II secolo d.C., e, l’altra, l’imperatore Settimio Severo, datata al III secolo d.C.  Il loro recupero si deve all’attività di investigazione condotta dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) che, già da alcuni anni, era riuscito ad individuare i due ritratti scultorei nel corso di una serie di indagini effettuate nel campo del mercato antiquario statunitense. Sono stati proprio gli uomini della “benemerita” a riportare i due antichi manufatti presso il Museo Archeologico dell’Antica Capua per poi presentarli al pubblico e alla stampa.

Alla cerimonia di “restituzione” sono intervenuti i Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor Carmine Renzulli e dottor Giacomo Urbano, il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Roberto Riccardi, la direttrice Regionale Musei Campania, dottoressa Marta Ragozzino, la direttrice del Museo Archeologico dell’Antica Capua, Dottoressa Ida Gennarelli, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, dottor Antonio Mirra, e l’Assessore alla Cultura, avvocato Anna Maria Ferriero.

Proprio dai rappresentanti dell’amministrazione comunale sammaritana sono giunti i commenti di soddisfazione per lo straordinario intervento di recupero dei due pregevoli pezzi. Al riguardo, il primo cittadino attraverso la sua pagina Facebook ha evidenziato quanto importante sia stata l’impresa svolta, in quanto ha contribuito a rinsaldare “il valore affettivo che lega i sammaritani alla propria storia”.

Nello specifico dei fatti accaduti, l’intera operazione è stata svolta dall’unità investigativa della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, in collaborazione con la Sezione Elaborazione Dati e coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Le due opere, insieme ad atri numerosi reperti archeologici, vennero rubate il 18 novembre del 1985 all’interno dell’Antiquarium dell’Anfiteatro Campano. Molti dei reperti scomparsi vennero successivamente ritrovati, tranne le due teste di Dioniso e di Settimio Severo e la scultura marmorea raffigurante la dea Diana.

Nel 2016, durante le attività di monitoraggio sul mercato internazionale delle opere d’arte venne rilevata una vendita sospetta presso una casa d’aste di New York. Attraverso la comparazione dell’immagine del ritratto individuato con quella raccolta nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti venne confermata l’attribuzione al Dioniso sammaritano, che, nel frattempo, era stato messo in vendita con una base d’asta di 70.000 dollari da un collezionista estero, inconsapevole della provenienza illecita del bene. Solo dopo il suo reale rinvenimento, l’opera venne messa in sicurezza dalla Homeland Security Investigations – Immigration and Customs Enforcement di New York.

Tre anni dopo, nel 2019, gli stessi carabinieri del TPC identificavano, tramite le stesse modalità di investigazione, un altro lotto della medesima casa d’aste newyorkese: la testa in marmo raffigurante l’imperatore Settimio Severo, messa in vendita con una base d’asta di 600.000 dollari da un collezionista estero, anche egli inconsapevole della provenienza illegale del bene. 

Di questa nuova circostanza venne subito informato il Colonnello Matthew Bogdanos, responsabile dell’Antiquities Trafficking Unit del Manhattan District Attorney’s Office – County of New York, al quale vennero forniti nell’immediato tutti gli elementi indispensabili al riconoscimento e alla rivendicazione dell’opera che, successivamente, venne sequestrata dalle Autorità statunitensi. Nel giugno scorso, poi, dopo aver concluso tutte le procedure necessarie al rimpatrio, i due ritratti sono finalmente rientrati in Italia.  Resta, intanto, aperta la “caccia” all’ultima scultura rubata nel 1985: la dea Diana, per la quale continua la ricerca e l’impegno dei Carabinieri e della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per riconsegnarla alla pubblica fruizione.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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