Nicole Damiani in Red, una voce casertana nel mondo Disney
– Una delle voci italiane del nuovo film di animazione “Red” targato Disney Pixar è la giovane ragazza casertana Nicole Damiani. Nei panni di Miriam, migliore amica della protagonista, Nicole doppia il film diretto dalla vincitrice dell’Academy Award Domee Shi in streaming dall’11 marzo su “Disney+”. Il film vede protagonista una ragazzina tredicenne che si trasforma in un gigantesco panda rosso ogni volta che si emoziona troppo.
Che emozione hai provato quando hai saputo di essere stata presa per il doppiaggio di un film Disney? «Appena ho ricevuto la notizia è stato difficile realizzare. Il mondo Disney mi ha accompagnata sin da bambina e tutt’oggi continuo ad esserne una fan. Amo il modo in cui questi film mi hanno, sempre, fatta sognare insegnandomi, allo stesso tempo, i valori principali della vita. Farne parte è un onore enorme! Tutt’ora sto ancora realizzando, l’emozione e la felicità che provo, credo e anzi ne sono certa, non svaniranno mai». Come è stato dare voce ad un personaggio animato? «È stato davvero divertente, non essendo un personaggio umano si poteva dare qualche sfumatura particolare. Ho cercato, però, di renderla più vera possibile, per non creare una caricatura poiché il mio personaggio rappresenta comunque una ragazza di 13 anni». Come è stato il dietro le quinte? «Ho avuto l’opportunità di lavorare con delle persone fantastiche. All’inizio ero un po’ agitata, appena sono entrata in sala, però, ho ricevuto un’accoglienza bellissima. Massimiliano Manfredi, direttore di doppiaggio, Maria Grazia Napolitano, assistente del doppiaggio, e Christian Murgia, fonico di doppiaggio, hanno creato immediatamente un rapporto molto amichevole nei miei confronti e mi hanno fatta sentire, da subito, parte di quel mondo. Una cosa che mi ricordo bene, sulla quale ogni tanto scherzavamo era, ad esempio, quando le battute dovevano essere ripetute per qualche errore di suono o di intenzione, loro, da dietro, mi dicevano ” VAR”, rendendo così il lavoro leggero». Quanto è durato? «I miei turni di doppiaggio sono stati in totale otto e sono stati davvero intensi ed emozionanti, inoltre, ho fatto un turno in più negli studi di doppiaggio cantato con Virginia Brancucci, anche lì mi sono divertita molto». Come sei arrivata fin qui? «La mia passione per il teatro e il cinema c’è sempre stata fin da bambina. Sono entrata nel mondo dello spettacolo attraverso la danza, ho studiato per circa 15 anni, poi ho introdotto lo studio di uno strumento musicale, la chitarra elettrica. A 16 anni ho iniziato a fare teatro, da lì ho capito che più facevo arte più mi sentivo bene. Sentivo la necessità di studiare bene questo mondo, soprattutto la recitazione, appena finito il liceo (Liceo Manzoni indirizzo scientifico) ho iniziato un’accademia di recitazione diretta da Claudio Insegno. Ho studiato un po’ di tutto, ho iniziato a cantare, ho fatto lezioni di tip tap e mi sono avvicinata al mondo del doppiaggio che mi ha, da subito, appassionata. Poi, sono entrata in agenzia, la mia agenzia è lo Studio Segre. Da subito ho iniziato a fare provini di vario tipo, quando mi arrivò il primo provino per un doppiaggio Disney quasi non ci credevo. Ho inviato, prima, un audio dove leggevo un monologo, dopo tre giorni mi hanno chiamata direttamente agli studi di doppiaggio, il provino è andato benissimo, mi sono divertita molto e quando sono uscita avevo un’aria felice. Uscita da lì, ho pensato che se non fosse andata, avrei comunque avuto tanti bei ricordi di quel provino. Quando poi sono stata presa, ero davvero al settimo cielo». Quanto ha influito la tua città sulla tua formazione? «Io sono di originaria di Napoli, mi sono trasferita a Caserta per motivi lavorativi dei miei genitori. A Caserta ho iniziato con la danza, poi, ho studiato per 3 anni in una scuola di teatro (la Compagnia La Mansarda Teatro dell’Orco diretta da Roberta Sandias). Eravamo una trentina, e ricordo che seguivo il corso con gli over 18, perché andavo con mia cugina più grande. Lì ho sviluppato l’amore per il teatro, vedevo questi ragazzi bravissimi che mi trasmettevano la voglia di imparare e studiare. La mia non è stata un’adolescenza facile, la città è molto piccola, si conoscono tutti e io non riuscivo a sentirmi parte di qualcosa. Avevo bisogno di esprimermi, di trovare me stessa e ci riuscivo solo attraverso la recitazione. Quando mi calavo nei panni di un personaggio usciva tutto ciò che mi tenevo dentro, tutto acquistava una forma. Tornavo a casa e sentivo di averne ancora bisogno, quindi continuavo a creare personaggi, scrivevo monologhi, cercavo i vestiti adatti a quel personaggio, cercavo la musica per accompagnare il monologo. È stato proprio quello il momento in cui ho capito che non volevo abbandonare questa vita, ho capito che questo non poteva essere solo uno spettacolo che facevo in camera mia. Volevo far diventare tutto questo realtà, per questo che mi sono trasferita a Roma, per avere più opportunità. Ovviamente la strada è ancora lunga ma io non demordo».
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