No al referendum o un no al Governo?
(Beatrice Crisci) – “Non è un voto pensato. Quello di ieri non è stato certo un voto sui contenuti del referendum, ma di valutazione sull’operato di questo Governo”. E’ il parere del sociologo e antropologo culturale Augusto Ferraiuolo, interpellato da Ondawebtv a commento dei risultati del referendum costituzionale. I dati definitivi del referendum sulla riforma costituzionale in Campania hanno fatto registrare una netta prevalenza di No, pari al 68,5%. I Sì , di converso, si sono fermati al 31,5%. Va detto che mai come in questo caso, i fronti del Sì e del No sono stati trasversali ma anche inattesi, e forse sorprendenti. Ma non si può negare come tutti, dal professionista all’artigiano, davvero tutti, abbiano avuto un pensiero nel merito della riforma. E i dati lo confermano. Il 65,5 per cento degli italiani è andata a votare. Un’affluenza record per un referendum che non aveva bisogno del quorum. In tanti hanno deciso di esercitare il proprio diritto di voto. E’ questa la testimonianza di una democrazia forte, viva e partecipe. Ma non può passare inosservato il gesto politico: le dimissioni di un premier sconfitto.
“Per cambiare questo sistema politico in cui i leader sono sempre gli stessi e si scambiano gli incarichi ma non cambiano il Paese non bisogna far sì per l’ennesima volta che tutti rimangano incollati alle loro abitudini prima ancora che alle loro poltrone”. Lo ha detto Matteo Renzi nel suo discorso di dimissioni. Un gesto normale, che suona eccezionale in Italia e che fa ben sperare per il futuro.
Ma in questa “vittoria” della democrazia c’è però una nota stonata. Una sfida che il premier ha lanciato nel suo discorso al fronte del No. Ovvero il compito di “avanzare proposte serie coerenti e credibili”.
Le parole di Renzi: “Viva l’Italia che non sta alla finestra ma che sceglie. Viva l’Italia che partecipa, che decide. Viva l’Italia che crede nella politica. Il No ha vinto in modo straordinariamente netto. Ai leader del fronte del No le mie congratulazioni. Tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie coerenti e credibili”.
Dunque, una sfida: adesso vediamo cosa sapete fare. Una sfida impossibile da vincere visto che il No non è un fronte ma un 60% di persone che ha espresso un giudizio di merito sulla riforma costituzionale, non certo un’adesione a una qualsivoglia alleanza partitica. Ora la patata bollente passa al Presidente della Repubblica. Bisogna confidare in lui!
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