“Noi vivi”, il ricordo delle Quattro Giornate di Napoli

“Noi vivi”, il ricordo delle Quattro Giornate di Napoli

Domenica 25 settembre alle ore 19,15 e alle 21 andrà in scena “Noi vivi”, uno spettacolo storico itinerante di NarteA sul palco naturale della Galleria Borbonica di Napoli, noto circuito sotterraneo partenopeo e reale testimonianza di diverse epoche storiche.

Lo spettacolo si relaziona all’eroico episodio delle Quattro Giornate di Napoli, vivendo la storia proprio in quei luoghi in cui i napoletani si rifugiarono per scampare alla presa nazista della Seconda Guerra Mondiale.

Un cast di attori professionisti, come Antimo Casertano (che ad ottobre riprenderà la tournée con Alessandro Gassmann), Marianita Carfora, Veronica D’Elia, Sergio Del Prete, Serena Pisa, Peppe Romano e Katia Tannoia, per il testo e la regia di Febo Quercia, catapulterà il pubblico nelle memorie di quegli anni che sono ancora imprigionate nelle viscere della terra.

Il 27 settembre 1943 iniziavano le Quattro giornate di Napoli. Un episodio eroico, unico nella storia italiana, che valse alla città di Napoli il conferimento della medaglia d’oro al valore militare. Una medaglia assegnata a tutti i protagonisti e alle loro storie. Domenica 25 settembre 2016 si accendono i riflettori per “Noi Vivi” alla Galleria Borbonica, con ingresso in Vico del Grottone n°4. La data della messa in scena non è stata scelta a caso: la volontà è quella di divulgare la memoria storica di quel giorno del 1943 in cui Napoli combatté per la Libertà, in quella che viene chiamata l’insurrezione delle Quattro Giornate di Napoli, ascrivibile tra i momenti storici più difficili vissuti dai napoletani. Dall’incisione in carboncino ritrovata sulla parete del sottosuolo napoletano, prende vita “Noi Vivi”: una pièce teatrale legata a quel periodo storico, fino alla conclusione dei moti insurrezionali, rivivendo proprio i luoghi che furono i rifugi bellici dove milioni di persone riuscirono a salvarsi dai bombardamenti.

Una città sotto assedio, bersaglio dichiarato di tutti gli eserciti, più di cento bombardamenti precipitano al suolo. Questa è Napoli nei suoi giorni più difficili, quando i napoletani vivono ore drammatiche in attesa di una liberazione che non sembra arrivare mai. In quel momento, dal 27 settembre del 1943, inizia una vera e propria caccia all’uomo, senza distinzione d’età: diciottomila persone esplodono in rivolta, l’intera città è in prima linea e per quattro giorni i napoletani tengono duro fino a costringere i tedeschi alla resa. La ricostruzione storica riporta nel cuore pulsante del sottosuolo napoletano, proprio all’interno degli antichi rifugi antiaerei, nel momento in cui la sommossa spontanea partenopea si salda alle azioni isolate della resistenza clandestina, in una sollevazione popolare che coinvolge senza distinzioni operai, bambini, intellettuali, ufficiali e soldati allo sbando. Il dramma vissuto dalla città e i segni di quel passato non troppo lontano sono ancora oggi visibili: su una parete dell’immensa cattedrale, scavata nel tufo giallo della pancia di Napoli, si può leggere l’incisione “Noi Vivi”. Una grande scritta scolpita con un carboncino sembra essere un sospiro di gioia, un urlo liberatorio di chi ha conquistato la salvezza. Finalmente liberi di continuare a vivere, ma imprigionati nelle viscere della terra.

La suggestiva ambientazione della Galleria Borbonica proietterà il pubblico direttamente sulla scena, in modo da sentirsi parte integrante della “storia”: tanti scalini da percorrere a perdifiato non appena suonavano le sirene. Presto il boato delle fortezze volanti si avvicinava, e le bombe sarebbero cadute di lì a breve. Correre, non pensare, arrivare nel cuore del monte Echia, con la speranza di riuscire nuovamente a scampare alla morte. Ogni giorno diventava difficile sopravvivere all’arida tragedia di quegli anni. Suonava la sirena, un’altra bomba stava cadendo dal cielo: l’affanno aumentava, le macerie ostacolavano ogni vicolo. Bisognava fuggire, raccogliere velocemente in un lenzuolo le cose più “utili” e trovare rifugio nell’unico posto dove forse ci si poteva salvare. Un attimo e la sirena poteva suonare di nuovo: la paura tornava, il giorno e la notte si confondevano. Per sopravvivere, bisognava crearsi una “nuova” quotidianità, capace di ricordare che si era ancora umani. Nel tempo i bombardamenti hanno cancellato ogni cosa, ma non la memoria e la speranza di coloro che risalivano in superficie per gridare al cielo e agli attori di quella assurda Guerra: “Noi Vivi”!

Fonte: Comunicato stampa

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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