Non ho mai tempo! Ma sarà proprio così vero? E tu cosa dici?
Armando Rispoli (psicologo e psicoterapeuta)
-Tutti noi viviamo vite piene e spesso ci troviamo a dire “non ho tempo per fare questo”, “scusa ma non ce l’ho proprio fatta”. Ci trinceriamo dietro alla scusa del NON HO TEMPO, e lo facciamo sia con noi stessi, sia con gli altri. Eppure andiamo sempre di corsa, facciamo mille cose, questa fretta dovrebbe permetterci in teoria di fare tutto prima e di avere più tempo libero poi ed invece ci ritroviamo a fine giornata ad aver fatto tantissime cose certamente ma con la percezione di averne trascurate o la delusione di averne rimandate altrettante. Ma sarà poi vero che non abbiamo tempo? O dire di non avere mai tempo è diventata una abitudine, una scusa dietro la quale ci nascondiamo, una sorta di protezione dalla paura, probabilmente del cambiamento, la paura del nuovo, per cui lasciamo che la fretta ricopra tutto? Sin da bambini veniamo caricati di aspettative, di proiezioni da parte degli altri, di doverizzazioni e di impegni sempre maggiori man mano che diventiamo adulti, modi di riempire il tempo che non permettono una autentica espressione delle nostre originalità. E’ instillata in noi l’esigenza di crescere lavorativamente, di adeguarci socialmente, di maturare in fretta e di produrre al massimo. Viviamo una continua ipnosi di massa che ci fa credere che per essere felici bisogna saper correre, accelerare senza tregua, guadagnare sempre più, avere oggetti, uniformarsi e scalare i vertici. Un’ipnosi che ci fa vivere in una dimensione superficiale, distante da un contatto vero, poco consapevoli e distratti. E’ proprio l’incontro puro con noi stessi e con le nostre verità che ci spaventa e che ci fa rifugiare nella spesso rassicurante, ma fortemente alienante abitudine a riempire il tempo.
Bisognerebbe invece iniziare a smascherare le nostre false convinzioni, portando più consapevolezza nella nostra vita perchè sono tantissime le influenze che incidono sul nostro modo di viverla. Una tecnica per farlo è quella di scrivere su un foglio a fine giornata le attività che abbiamo svolto ed il tempo che vi abbiamo dedicato. Successivamente possiamo attriburie da 1 a 10 un voto di priorità e provare a sostituire le meno prioritarie con attività più lente, più rilassanti. In questo modo iniziamo davvero a smascherare le nostre false convinzioni e comprendere più da vicino le reali difficoltà che abbiamo nel ritagliarci il tempo osservando il dialogo interno che deriva da questo esercizio contro-abitudinario. Solo imparando a focalizzare le nostre priortà, le nostre mete, i passaggi da effettuare per arrivarci e il tempo necessario per arrivarci ci allontaneremo gradualmente dalla logica del “non ho mai tempo”. Rallentare, respirare, passeggiare, meditare, conversare è diventato paradossalmente molto difficoltoso ma allo stesso tempo è un processo necessario per imparare a conoscersi e ad uscire dalla spinta al correre incessantemente. Scopriremo un giorno, dando priorità alle cose realmente importanti per noi, di avere a disposizione molto più tempo di prima! Ma soprattutto scopriremo la magia del recuperare il tempo dello stare senza fare.
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