Omaggio a San Sebastiano, la Caserta dell’arte si fa in quattro
– San Sebastiano è il Santo Patrono della città di Caserta. Lo è in coabitazione con Sant’Anna. Ma la sua figura, a differenza di quella vecchieggiante della madre di Maria, è certamente una delle più attrattive. I grandi artisti del passato lo hanno spesso rappresentato come un giovane militare dai tratti raffinati, trafitto dalle frecce e sanguinante, spesso inquadrato in un paesaggio boschivo, capace di sopravvivere a quel martirio. Ma anche nell’arte contemporanea ci sono notevoli riferimenti al suo corpo così aggraziato ma così oltraggiato.
In realtà, la notorietà di un Santo è legata anche alla sua iconografia. Spesso è stata l’immagine del corpo, la stessa figura, a generare o meno una maggiore devozione. Quindi, le opere d’arte, soprattutto quelle del passato, hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione di uno specifico culto. E ci sono storie, descrizioni e avvenimenti di Santi che hanno fortemente attirato l’attenzione degli artisti e indotto a ritrarli. Ecco quattro omaggi casertani a San Sebastiano, quattro artisti che hanno inteso interpretare la figura del Santo.
È molto «casertanizzato» il San Sebastiano dipinto da Gennaro Caiazza. L’artista fa emergere il Santo come un gigante alle spalle della Reggia vanvitelliana nell’azzurro di un cielo innaturale. Ai lati le due cattedrali casertane, quella del borgo collinare antico e l’altra della città nel piano.
Rinascimento e contemporaneo vivono nell’opera di Antonio d’Amore. Viene citato lo straordinario dipinto di Andrea Mantegna. Quel ritratto del Santo appare come un’immagine radiografica, dall’alto in basso e viceversa. Tutto è immerso nel rosso del sangue. Come cornice i numeri e le lettere.
Il martirio di San Sebastiano diventa la morte di Pulcinella per Giuseppe Vaccaro. L’artista declina in chiave partenopea il sacrificio del Santo. Si parte sempre dalla classica figura trafitta da frecce, ma vengono aggiunti la nera maschera napoletana e il berretto frigio. È un gesto di affetto per un eroe popolare.
Non ha un volto il San Sebastiano di Walter Pascarella, ma ha comunque una forte identità. L’artista dipinge il torso mutilo del Santo come un reperto della statuaria ellenistica. Ma quel corpo palpita. Trafitto dalle frecce, il cuore sanguina. L’impianto grafico dell’opera ha una sensibilità pop dai toni cromatici forti.
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