Osservatorio per le povertà Mario Diana. Aperta la sede a Casagiove
“Il vostro impegno ha un significato importante che rispecchia in pieno la missione di Gesù: guardare nell’altro il volto stesso del Padre. Non è un compito facile ma un’opera che solo il cuore porta a compimento. La Caritas le chiama opere-segno perché inducono al cambiamento e lasciano tracce indelebili di una Chiesa viva e solidale con gli ultimi”. Questo il monito di monsignor Salvatore Visco, vescovo dell’Arcidiocesi di Capua, all’apertura a Casagiove dell’Osservatorio per le povertà Mario Diana” e della Locanda di Madre Teresa.
Due strutture completamente nuove che cercheranno di porre un freno all’aumento dei casi di povertà per donare una nuova speranza a chi si sente solo; un centro di studio e un luogo di accoglienza che il parroco della chiesa di San Michele Arcangelo, don Stefano Giaquinto, ha potuto realizzare dopo anni di tentativi grazie al sostegno della Fondazione Mario Diana Onlus.
Sabato sera, prima di benedire le due strutture, monsignor Visco ha voluto ringraziare ufficialmente Antonio Diana e Valentino Grant – rispettivamente presidente della Fondazione Mario Diana e presidente della BCC di Casagiove – per la grande rete di carità che hanno costruito a sostegno del progetto. “E’ questa la missione della chiesa italiana: lasciare un segno particolare di attenzione e vicinanza ai poveri, agli indigenti, a chi vive in difficoltà non solo per mancanze materiali ma soprattutto per carenze di affetto – ha sottolineato il vescovo -. Vi ringrazio a nome dell’intera comunità perché stasera ci ricordate che se in una parrocchia non vive la solidarietà – che è la sua dimensione fondamentale – allora manca la parte migliore; è come un tavolo che non regge perché manca il piede che sostiene tutta la struttura”.
In tantissimi hanno preso parte all’inaugurazione e si sono stretti attorno a don Stefano, commossi, anche curiosi ma soprattutto impazienti di veder finalmente realizzato il loro grande sogno.
L’“Osservatorio delle povertà Mario Diana” consentirà al parroco e ai volontari che lo aiuteranno di monitorare le cause e le condizioni attuali della povertà, per avviare uno studio che ne consenta di analizzare numeri, effetti, cause e soprattutto vie d’uscita. La Locanda di Madre Teresa spalancherà le sue porte ai bisognosi per offrirgli visite e cure mediche, indumenti, bagni con docce, beni di prima necessità e pasti.
“Ancora non riesco a crederci – ha ammesso don Stefano -. Questa sera esaudiamo il desiderio di Papa Francesco facendo fiorire un’opera strutturale di misericordia in parrocchia. Abbiamo scelto di compiere un gesto concreto per andare incontro a chi ha bisogno: non sono i poveri a dover venire da noi, siamo noi a doverli cercare per poterli aiutare”.
“E’ sempre un’emozione forte poter aiutare chi vive in difficoltà ma questa sera io e la mia famiglia viviamo una gioia particolare – ha spiegato Antonio Diana -. Non abbiamo mai cercato una targa per mio padre Mario ma vedere intitolata a suo nome una struttura che ha lo scopo di riportare in vita chi sente di aver perso tutto ci rende felicissimi. La mancanza di tempo per i tanti impegni lavorativi non mi ha mai permesso di recarmi personalmente in strada, nelle stazioni, per poter aiutare chi non ha una casa. Ho sempre cercato di vivere questa missione al servizio dei poveri offrendo un lavoro onesto e una possibilità di riscatto. Ma da stasera, grazie a don Stefano, proveremo a chiudere il cerchio mettendo in campo una solidarietà a 360 gradi: da un lato continueremo a offrire occupazione e dignità, dall’altro doneremo un sostegno materiale nel quotidiano”.
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