Pasqua a Caserta. I menù di Prosit 1990, Lucullo e Il Cortile
(Enzo Battarra) – Pasqua è consuetudini, è rituali, è folklore. Ed è ovviamente anche tavola, buona tavola. Tanti i piatti della tradizione, tanti i piaceri da assaporare, soprattutto in Campania. E ci sono portate per tutti i momenti del pasto, dall’aperitivo al dessert, dal salato al dolce.
Molti i ristoranti casertani aperti per ferie in occasione del pranzo pasquale. Tre quelli selezionati da OndaWebTv sulla base della raffinatezza delle proposte e sulla capacità di innovare il patrimonio gastronomico.
Un emblema dell’equilibrio tra territorio, tradizione e innovazione è sicuramente il Prosit 1990. Qui regna lo chef-patron Peppe Russo, da tutti chiamato Peppone. Il suo motto è: “Terra Mare, Acqua Farina, Olio Sale. Elementi del Gusto, della Memoria e della nostra Storia”. È dallo scorso anno che chef Peppone ha trasferito fornelli e brigata a Caserta, nella centralissima via Francesco Ferrante, al fianco della Reggia. La sua storia ha avuto inizio nel 1990 a Marcianise, da allora un limpido percorso di ricerca. Particolarmente ricco il menù per il pranzo di Pasqua. Aperitivo con cagliata calda di latte di bufala al sale affumicato, uovo cotto a bassa temperatura allo zafferano, gnocco fritto con suprema d’oca affumicata e foglia d’ostrica. Antipasto con insalatina tiepida di faraona di voliera con asparagi e ristretto di melagrana. Piatti di mezzo il raviolone farcito di caviale di melanzana con estratti di datterino giallo e provola affumicata, minestra maritata a modo nostro. Piatto di carne il capretto selvatico alle Capuanelle in salsa menta. Per chiusura mousse di fragole di Parete. Piatto dolce la pastiera calassica e quella moderna.
Nato nel 2016 anche Lucullo, in via Giulianantonio Santorio, nello storico quartiere di Aldifreda. Il ristorante di Davide Rotunno si è già accreditato e ha dalla sua un punto di forza anche nella pizza. Si trova in una suggestiva location adiacente alla Reggia di Caserta in un antico mulino ad acqua del sistema dell’Acquedotto Carolino,costruito nel 1851. Nei suoi sotterranei erano riposte le cinque macine del mulino. La cucina è “a vocazione territoriale”, con costante ricerca di prodotti di alta qualità. A Pasqua propone per iniziare il casatiello napoletano con ricotta di bufala campana DOP, misto di affettati di bufalo campano e maialino casertano, formaggi tipici artigianali dell’Alto Casertano, luopini giganti di Vairano e olive caiazzane, bocconcini di mozzarella di bufala DOP e parmigiana di melanzane. Come primi il Gattopardo, ovvero il timballo di maccheroni al ragù in melanzane, e i cappellacci ricotta e maggiorana al pomodorino del piennolo del vesuvio DOP e basilico. Secondo a scelta tra agnello al forno con patate al rosmarino Alto Casertano e rollé di bufalo e maialino nero con patate al forno. Come dessert la pastiera napoletana.
Il Cortile è la terza proposta. Il ristorante è nato da un’idea di Michele Miccolo, appassionato di cucina e chef ormai collaudato. Sede in via Galilei nel cuore del centro di Caserta. La volontà è quella di far sentire l’ospite a casa, proponendo prodotti bio e a Km zero. Ecco l’offerta per la giornata di Pasqua. Antipasto con tortano, minestra maritata, fagottino con melanzana e provola. Come primo i ravioli artigianali con patate e bietola al pesto di rucola. Il secondo è il carré di agnello e come contorno la caponata di verdure. Come dolce è di obbligo la Pastiera. La caratteristica del locale è di proprorre anche un menu vegetariano. L’antipasto si compone della pizza di scarola, della minestra divorziata, oltre al confermato fagottino. Confermati anche i ravioli. Come secondo c’è la parmigiana di melanzane. Invariati la caponata e la pastiera.
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