Patrimonio culturale. Intervista a Luigi Fusco, guida regionale

Patrimonio culturale. Intervista a Luigi Fusco, guida regionale

Luigi Fusco

-Durante il percorso PCTO “Comunicare il territorio: Dal patrimonio culturale a quello enogastromico”, abbiamo intervistato il professore Luigi Fusco, docente di lettere e guida regionale. Con lui abbiamo parlato non solo del patrimonio culturale ma anche della promozione del territorio, dell’enogastronomia e della formazione.

Cosa si intende per patrimonio culturale? Per patrimonio culturale s’intende tutto ciò che è materiale e immateriale (sculture, opere d’arte in generale, festività, tradizioni) beni che sono stati classificati come tali e quindi che appartengono alla nostra identità culturale. Un’identità che può essere sia locale, intesa a livello italiano, o m internazionale.

Si può vivere di cultura? Ancora oggi, sono in tanti alcuni che sconsigliano ai giovani diplomati il proseguimento degli studi in facoltà che formano artisticamente o nell’ambito dei saperi umanistici, poiché si ritiene che con la cultura non si riesce a vivere e, ancora di più, con l’arte. La cultura è anche intesa come promozione e valorizzazione, aspetti presenti anche nell’ambito del giornalismo.  Affermare che senza cultura si può vivere non è corretto, poiché  noi tutti dobbiamo portare avanti le nostre passioni e i nostri interessi, in quanto arte e cultura sono un volano dell’economia e dell’occupazione moderna. 

È fondamentale la comunicazione nell’ambito della promozione culturale? Sì, quando parliamo di comunicazione culturale si fa riferimento ad uno strumento di un certo spessore e di qualità.  Quindi, la correttezza della forma, la veridicità delle notizie che diamo e l’attenzione verso i dettagli, sono aspetti di cui tener conto. In questo particolare momento storico un ruolo importante lo hanno i social-network, che appunto non sono da buttare via perché hanno grande importanza nella comunicazione.

Quali sono gli interventi che possono dare sostegno al turismo sostenibile? Gli interventi provengono dagli enti del nostro territorio. Oggi si parla tanto di turismo sostenibile, quindi il rispetto del patrimonio e il luogo che andiamo a visitare, di quelle che sono le peculiarità dal punto di vista paesaggistico e in particolar modo quello che può essere il patrimonio enogastronomico. È chiaro che ci vogliono dei fondi che possono essere attivati grazie a dei progetti che generalmente vengono approvati a livello internazionale. La provincia di Caserta, spesso condannata ad essere tra le province in cui si vive meno bene in Italia, contestualmente è un territorio che possiede ricchezze che possono essere utilizzate in maniera sostenibile. Basti pensare ad esempio all’area Domitiana, Castel Volturno, Baia Domitia, insomma lì ci sono veramente tante risorse che andrebbero sfruttate nel modo giusto attraverso il turismo sostenibile,  quale espressione della volontà politica e soprattutto del bagaglio culturale di chi governa. 

Le arti contemporanee, intese come eventi, possono contribuire a dare maggior rilievo ai luoghi storici?  Certamente, organizzare una mostra non è per niente semplice, c’è bisogno di molti fondi. Basta pensare all’ultima mostra allestita a Capodimonte. la quale è stata allestita attraverso le opere che sono già presenti nella raccolta dei dipinti del museo stesso e che fanno capo a quella che è la storia della pittura del Seicento a Napoli. Questo ci fa capire come Capodimonte oggi, a differenza del passato, non disponga più di una cospicua risorsa economica e quindi organizza degli eventi sfruttando le potenzialità interne. Per quanto riguarda l’arte contemporanea, poiché noi abbiamo tantissimi artisti nel nostro territorio, l’importante in questo caso è seguire un filone, un percorso, basandosi sulla qualità. È importante, quindi, avere persone che siano capaci di rivoluzionare i linguaggi visivi contemporanei attraverso l’ideazione di qualcosa di estremamente nuovo, che, di per sé, non è un fatto impossibile, è una realtà che esiste e che purtroppo non è sempre opportunamente valorizzata.

Bisogna saper solo parlare o è anche importante saper scrivere? Per comunicare in modo efficace con  non è necessaria solo la parola, ma anche la scrittura, poiché grazie ad essa maggiori possono essere le probabilità che venga sviluppata una vera e propria capacità di pensiero. Per questo motivo, oggi gli esperti consigliano di esercitarsi continuamente, allo scopo di individuare una tecnica ed uno stile che consentano ad ognuno di comunicare un messaggio ben definito, in maniera soprattutto convincente. A tal proposito, sarebbe opportuno sfruttare tutte quelle opportunità che incrementano, sempre più, la passione per la scrittura. Scrivere bene diminuisce la probabilità di essere fraintesi, e aumenta la probabilità che le nostre idee siano adottate. Perciò, tali abilità non sono riservate ad un numero ristretto di persone, ma possono essere apprese da chiunque. Inoltre, la scrittura richiede anche un impegno maggiore poiché, per poter mettere in atto questa attività, c’è bisogno innanzitutto di formulare uno stile che rispecchi noi stessi. Esso, infatti, è ciò che fa sì che le persone leggano oltre la prima frase, e potrà essere sviluppato soltanto leggendo, collaborando e condividere con altri le proprie idee.

C’è la possibilità di intervenire nel nostro territorio provando a valorizzare i beni culturali della nostra provincia? Si, è possibile attraverso progetti organizzati, come appunto eventi, non solo in posti già noti come la Reggia di Caserta, il Belvedere di San Leucio o Casertavecchia ma anche ad esempio all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere. In altre parole è grazie a queste occasioni che si giunge alla conoscenza del patrimonio, riqualificandolo e valorizzandolo.

Quanto è importante l’enogastronomia per il nostro territorio? L’enogastronomia ha importanza universale, in quanto i turisti, oltre ad osservare le grandi bellezze del territorio, desiderano degustare i piatti tipici campani. Infatti, spesso cercano prodotti che siano espressione della nostra terra di lavoro, come ad esempio la mozzarella. 

É importante la formazione? Si, bisogna studiare sempre. Bisogna aggiornarsi, bisogna tenersi informati su tutto quello che accade. La formazione  può essere personale nel senso come leggere un libro, andare a consultare i siti internet e se si ha l’opportunità anche frequentare dei corsi specializzati come corsi di formazione specialistici, eventi culturali che danno dei crediti, presentazione di un libro. Tenersi sempre informati e guardarsi attorno per rendersi conto di ciò che accade quotidianamente.

Caserta può vivere di solo Reggia? No, perché ritroviamo diverse parti storiche anche nelle frazioni limitrofe a Caserta. Alcune di queste però non sono adeguatamente valorizzate, come per esempio il palazzo dei Marchesi Cocozza a Casolla dove all’interno Pierpaolo Pasolini nel 1969 ha girato alcune scene del suo Decameron. Un altro esempio è l’abbazia di San Pietro ad montes, che è seconda a quella di Sant’Angelo in Formis. E ancora l’Eremo di San Vitaliano in prossimità di Caserta Vecchia, insomma di cose attorno a Caserta ce ne sono tante.

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