Per chi suona la campanella, in aula gli studenti delle superiori
– Sono le 8, suona la campanella, fuori scuola c’è ressa. Di preoccupazione ce n’è poca, perché l’entusiasmo è alle stelle. Il primo febbraio 2021 per gli studenti campani delle superiori non sarà ricordato come un giorno qualsiasi, ma come l’inizio del nuovo anno scolastico.
Anche in provincia di Caserta, gli alunni delle secondarie di secondo grado sono rientrati nei propri istituti, per accomodarsi dentro quelle che, fino all’autunno scorso, erano le loro aule e per prender posto nei nuovi banchetti singoli, ognuno messo a debita distanza da quello del proprio compagno. “Di acqua sotto i ponti ne è passata” negli ultimi tre mesi, da ottobre a oggi, dalla chiusura per contenere il contagio del covid-19 alle linee guide del Miur per la didattica a distanza e, infine, ai decreti regionali del Governatore della Campania.
Un rincorrersi di circolari e disposizioni che, in molti casi, hanno inasprito la già difficile condizione di distanziamento sociale. Dai pro dad ai no dad, acronimo della didattica a distanza, alla querelle tra il ministro Azzolina e il presidente De Luca, nell’arco di quasi un anno di emergenza epidemiologica la scuola è stata sempre protagonista del dibattito politico e pubblico. In mezzo alle dispute, invece, si sono trovati i ragazzi, ma, soprattutto, i loro sogni, le loro ansie e le loro aspettative, ma anche i docenti e la loro interminabile preoccupazione per la didattica. Lo scontro non è stato soltanto di tipo istituzionale, ma ha coinvolto pure la sfera etica: dal diritto all’istruzione a quello della salute. Quasi un dilemma di ispirazione shakespeariana, tra l’essere e il non essere, che, in talune circostanze, ha assunto anche dei toni kafkiani. Intanto, la scuola c’è, seppur priva, in molti casi, di quelle direttive strutturali che dovevano giungere tempo fa e che dovevano garantire una maggiore sicurezza.
Sarà stato il desiderio di uscire di casa, di non relazionarsi più con i propri compagni e i propri docenti attraverso fredde piattaforme informatiche, ma anche quel sottile piacere adrenalinico che si prova quando si è in aula, che ha spinto, stamani, i ragazzi a presentarsi a scuola con un maggiore senso di responsabilità, contrariamente alla critica apertura settembrina. Allineati e coperti, in fila, ognuno rispettando il proprio ordine di ingresso già previsto dai regolamenti d’istituto di messa in sicurezza. Quasi commossi alcuni docenti nel vederli, anche loro impazienti di stabilire quel contatto umano che è insito nella natura degli esseri viventi. Del resto la macchina, ovvero il computer, non è un mezzo sostitutivo dei sentimenti. Si incrociano le dita, nell’auspicio che oltre la tanto agognata presenza didattica prevalga sempre il buon senso, indispensabile, oltremodo, a garantire il bene della collettività.
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