Pietrasanta, qui vivono i tesori nascosti di Vittorio Sgarbi
(Mario Caldara) – Arte e restauro, tesori e luoghi storici, tutto questo è al centro di ciò che sta per verificarsi a Napoli, a partire da martedì 6 dicembre e fino al 28 maggio. Nel corso dei mesi, nel Napoletano, iniziative e mostre hanno sancito una tendenza positiva, che ha alla base una vera rivendicazione culturale. Gli onnipresenti problemi non vanno dimenticati, e sarebbe un guaio se non si desse loro il peso necessario per poterli analizzare e per cercare, rimboccandosi le maniche, di risolverli. Eppure, Napoli sta cercando disperatamente di trarre qualcosa di positivo dall’ambiente culturale qual è, da ciò che ha di bello: l’arte appunto. Molti personaggi pubblici si sono dimostrati sensibili verso l’arte, in un Paese che ne è pieno ma che talvolta si è dimostrato insensibile, immune al suo fascino. Uno fra questi personaggi è Vittorio Sgarbi, studioso e uomo di cultura, che spesso, attraverso diversi mezzi, ha parlato d’arte, denunciando anche casi in cui è stata offesa, a volte rovinata, trattata irrispettosamente, magari preferita a strutture prive di logica e personalità. È proprio da lui che è curata la mostra dei “Tesori nascosti”, che si terrà alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta. L’esposizione sarà un racconto che attraverserà oltre sette secoli, e materializzerà davanti agli occhi dei visitatori le evoluzioni, i differenti stili, le correnti artistiche e gli snodi fondamentali della storia dell’arte italiana. Più di cento opere tra dipinti e sculture, “nascoste” perché mai esposte in musei pubblici, essendo di proprietà di fondazioni bancarie, istituzioni e collezionisti privati. I nomi coinvolti sono prestigiosi, fra i quali Tino di Camaino, Caravaggio, Gemito, Saverio Ierace, Giuseppe Ribeira, Luca Giordano, Francesco Solimena, Antoon Smick Pitloo, Filippo Palizzi, Domenico Morelli, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Antonio Ligabue. Durante la visita, sarà possibile anche ascoltare l’audio-guida con la voce di Sgarbi attraverso un’app, per immergersi completamente in quel mare d’arte tra gli spazi della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta. È proprio quest’ultima l’altra nota positiva. Dopo vent’anni, grazie a un intervento di restauro con fondi dell’Unesco, la basilica riaprirà, proprio in occasione della mostra. Sorta nel VI secolo su una struttura di epoca romana, quella attuale è il risultato del progetto di Cosimo Fanzago, eretta in chiave barocca. La seconda guerra mondiale, distruttiva per gli uomini, lo fu anche per l’arte, violata, trafugata o bombardata. Quest’ultimo è stato il caso della chiesa, gravemente danneggiata, e soggetta a restauro nel 1976. Solo oggi, però, dopo decenni di chiusura, si può parlare di restauro definitivo, grazie appunto ai fondi dell’Unesco. La basilica è pronta per ricominciare. Un nuovo inizio, accogliendo i tesori nascosti.
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