Psicoriflessioni in pillole: il problema la soluzione al problema
Armando Rispoli (psicologo e psicoterapeuta)
-A chi non è mai successo di imbattersi, nella propria vita, in un problema? E quando ciò accade, cosa si fa? Ovviamente si cerca una soluzione! e la soluzione funziona allora la problematica si risolverà in breve tempo. Quando, invece, la strategia ha un esito negativo, non si è spinti a pensare che sia una soluzione sbagliata… ma in automatico si tende ad aumentare gli sforzi nell’attuare sempre quella strategia, credendola comunque l’unica possibile.
Non sempre è facile individuare in modo efficace e rapido la soluzione alle nostre difficoltà. In alcune circostanze si può essere completamente spaesati e confusi e non sapere cosa fare o anche cosa tentare di fare, soprattutto quando si verifica un problema improvviso o quando ci si trova davanti ad un problema relativamente nuovo, mai affrontato in precedenza.
Quando si deve trovare una soluzione molto spesso si tende ad utilizzare delle modalità di azione, di pensiero o degli atteggiamenti che sono stati applicati con successo in passato. È un tentativo ragionevole e logico che presenta il vantaggio di consentire un notevole risparmio di energie cognitive: è molto più facile utilizzare una strategia che già si conosce bene piuttosto che valutarne altre per poi scegliere ed applicare quella che apparentemente sembra essere la migliore. È un processo automatico che impieghiamo per lo svolgimento della maggior parte delle attività quotidiane. Pensate a come sarebbe macchinosa la nostra vita se ogni volta che dobbiamo affrontare una situazione, anche la più semplice e banale, ci mettessimo a prendere in considerazione tutte le possibili alternative con i relativi vantaggi e svantaggi. Può venire spontaneo ed automatico cercare di applicare delle azioni ormai ben conosciute e consolidate, ma è bene evitare di insistere quando si mostrano inadatte alla circostanza ed incapaci, quindi, di favorire il superamento del problema o il raggiungimento dell’obiettivo.
Quando si ripropongono più e più volte dei tentativi di soluzione fallimentari, infatti, non solo non si risolve il problema, ma si corre anche il rischio di complicarlo sempre di più. In questo modo è possibile che si arrivi a trasformare delle semplici difficoltà quotidiane in problemi sempre più seri e strutturati.
Un esempio concreto potrebbe essere quello di una fobia. Ciò che genera la fobia non è l’evento iniziale ma le tentate soluzioni che la persona mette in atto per fuggire dallo stimolo fobico cioè principalmente l’evitamento e la richiesta d’aiuto: con l’evitamento, ad esempio, si conferma la minacciosità della situazione temuta e si diventa meno sicuri della proprie risorse, aumentando così le reazioni fobiche. Il fallimento delle tentate soluzioni poi alimenta il circolo vizioso, portando all’isolamento ed al generarsi di una fobia. Spesso poi, alla strategia di fuga viene sommata quella di “richiesta d’aiuto”. Al fine di gestire ancora di più la fobia, si sente spesso anche il bisogno di essere accompagnati da qualcuno, a propria tutela, qualora si presentasse una crisi di panico. Questa strategia rende però sempre più limitante la vita della persona poiché conferma a sé stesso ed agli altri l’incapacità a farcela da solo. La maggior parte dei problemi psicologici si sviluppano e si strutturano sulla base di una serie di tentate soluzioni disfunzionali che vengono reiterate nel tempo in modo spesso inconsapevole.
Per questo motivo è importantissimo divenire consapevoli dei propri personali modi di tentare di risolvere i problemi (relazionali, personali, emozionali) e cominciare ad osservarli e a metterli in discussione. Rinunciare all’ illusione dell’assoluta affidabilità dei nostri ragionamenti, preferire la felissibilità e scoprire, ad esempio, che il confronto con gli altri, con punti di vista differenti, è il primo vero passo per stimolare strategie più funzionali.
Ma per ottenere per davvero questo piccolo grande cambiamento è importante quantomeno provare a fermare le tentate soluzioni, bloccare le cose che si sta facendo e che stanno peggiorando il problema o lo stanno comunque mantenendo in vita. D’altronde, come disse il mitico Einstein: La vera follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.
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