Qualità della vita, Caserta 95esima. Di chi le responsabilità?
– Italia Oggi ha pubblicato la versione provvisoria a uso esclusivo dei giornalisti dei risultati della 19esima classifica nazionale sulla qualità della vita nel 2017. Ebbene sì, la provincia di Caserta è al 95esimo posto su 110, l’anno scorso era al numero 91 e nel 2015 era all’89esimo. Peggio della città della Reggia ci sono grandi capoluoghi come Bari, Messina, Catania, Palermo e Napoli, Quindi, si registra un arretramento per Terra di Lavoro.
La coincidenza vuole che il 95esimo posto sia ricorrente per Caserta. Sono trascorsi più di venti anni da quando il Cts, il Piccolo Teatro di Caserta, alla notizia di essere ultimi nella graduatoria nazionale pensò di organizzare una manifestazione dal titolo “Novantacinquesimo posto”. E sì, all’epoca il numero delle province era di 95. E Caserta era proprio il fanalino di coda. Ci fu un sentimento diffuso di rivalsa e i casertani impegnati nel mondo della cultura e dello spettacolo, a partire da Toni Servillo, si impegnarono in una rassegna che dimostrò tutta la vitalità e la qualità di un territorio e dei suoi talenti. Forse, non sarebbe male ripetere un’iniziativa del genere. A distanza di decenni va detto che Terra di Lavoro non riesce a rialzarsi dai bassifondi della graduatoria. E questo nonostante i tentativi di riscatto messi in atto in tutta la provincia e nonostante quel patrimonio monumentale, archeologico, architettonico, artistico e storico di cui la Reggia è il punto più alto, ma la ricchezza di attrazioni è ingente. E invece no. Si sta giù in classifica, si sta giù per problematiche economiche, occupazionali, ambientali, ma anche culturali e turistiche. Ma l’analisi dei signoli dati riserva più di una sorpresa e alcune riflessioni.
La graduatoria di Italia Oggi nasce dalla media dei risultati conseguiti in 9 macroaree, ovvero indicatori. La prima è Affari & Lavoro e qui Caserta è 103esima. Poi c’è Ambiente. E qui ci si apetterebbe il crollo. E invece no. Terra di Lavoro è al 69esimo posto, tutto sommato a metà classifica. E allora, tutto il disastro paventato e sbandierato della terra dei fuochi dov’è? e qui ci si convince che la provincia casertana abbia ricevuto un vero e proprio assalto mediatico del tutto interessato.
Il terzo indicatore è la Criminalità. Si parte a leggere la classifica dal basso sicuri che camorra e delinquenza abbiano portato Terra di Lavoro nei bassifondi della classifica. E invece no, un’altra volta. Caserta è al 76esimo posto, che non è ottimale, ma non è nemmeno la collocazione che ci si apetterebbe.
Si passa alla macroarea del Disagio sociale e personale. Qui fioccheranno i problemi, si pensa. E invece no, un’altra, un’altra volta. Anzi, Terra di Lavoro è al 45esimo posto. Straordinario. E c’è un dato che conforta ancora più. È al 66esimo per morti per tumore. Allora, non è vera l’epidemia tanta invocata da alcuni? Questo significa che bisogna ancora migliorare, ma non è corretto procurare allarmi.
Caserta raggiunge la migliore prestazione nell’indicatore che riguarda la Popolazione. Terra di Lavoro è al nono posto, incredibile, per indice di mortalità è nona, confermando quindi che le prospettive di vita non sono così sciagurate. Fin qui Caserta avrebbe retto abbastanza bene.
Il crollo avviene proprio nelle ultime macroaree. Terra di Lavoro è al 105esimo posto nei Servizi finanziari e scolastici. E per il Sistema salute è 106esima, un dato, questo, che considera i posti letto ospedialieri e il personale sanitario impegnato. La prima riflessione da fare è che il personale sanitario casertano è eroico se riesce a raggiungere le vette nazionali per basso indice di mortalità e al tempo stesso le carenze delle strutture sanitarie portano la provincia agli utlimi posti. C’è da riflettere molto su questo!
Gli ultimi due indicatori sono altrettanto negati: 107esimo posto per il Tempo libero e 108esimo per Tenore di vita.
Insomma, la lettura analitica dei dati porta a sconfessare alcuni luoghi comuni come ambiente, criminalità, mortalità, ma fa emergere tutti i limiti di una inadeguata classe politica e di una sana imprenditoria che non riescono proprio a realizzare un sistema produttivo casertano, capace di creare occupazione e crescita economica.
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