Quando la poesia si fa pittura, le opere di Prisco De Vivo
(Beatrice Crisci) – “Quelli di Prisco De Vivo sono leggeri e delicati pensieri visivi, frammenti di emozioni poetiche trasposte con il linguaggio delle arti visive: il suo tratto veloce, le scelte coloristiche mai casuali, una composizione scarna ed essenziale, congiuntamente allโevidente materismo delle sue composizioni rimandano ad un carattere tragico e visionario evidente anche della sua produzione poetica”. Cosรฌ si legge nel testo di Luca Palermo curatore della mostra di Prisco De Vivo che sarร inaugurata martedรฌ 29 novembre alle ore 18 a Caserta. De Vivo, artista e poeta napoletano presente dal 1990 nel circuito dellโarte nazionale ed internazionale (Germania, Svizzera, New York etcโฆ), sarร ospitato, per la prima volta, dal Museo dโArte Contemporanea con la mostra “I colori e la carne del poeta”. Sarร questa anche l’occasione per rendereย omaggio, attraverso le sue opere pittoriche ed installative, ai poeti che maggiormente hanno influenzato il suo modus operandi e che, negli ultimi anni, hanno condizionato la sua ricerca e la sua metodologia lavorativa. Muovendo da tali presupposti, lo spettatore intraprenderร un โviaggioโ trasversale che metterร in relazione lโarte visiva di Prisco De Vivo con momenti significativi della vita e dei processi creativi di poeti come Silvia Plath, Anna Achmatova, Ingeborg Bachmann, Antonin Artaud, Gabriele Dโannunzio, Ezra Pound, Arthur Rimbaud e Giacomo Leopardi.
La pittura di Prisco De Vivo, ad un primo e superficiale sguardo appare formulare una ricerca accostabile a quanto espresso prima da Munch e, poi, da tutto lโespressionismo tedesco; tuttavia, andando piรน in profonditร , risulta chiara lโattitudine letteraria e filosofica dellโartista che, pur partendo da una siffatta piattaforma, tende ad indagare lโanimo e lโinquietudine umana attraverso una rappresentazione che diventa man mano sempre piรน concettuale,
La sua propensione verso un concettualismo formale e contenutistico รจ maggiormente evidente nelle installazioni proposte che, oltre ad aggiungere un tassello di fondamentale importanza alla comprensione di eventi e tratti distintivi della vita dei suddetti poeti, creano un circolo di rimandi continui con le opere pittoriche alle quali costantemente si rapportano.
ย ร unโestetica del dolore quella rappresentata da Prisco De Vivo: un dolore che รจ fisico, ma soprattutto morale ed interiore. ร il dolore che i poeti esprimono nei loro versi, ma รจ anche il dolore che gli artisti imprimono sulla tela: la scrittura, in tal modo, si fa pittura; il verbo si fa carne. E se tra il periodo rinascimentale e quello neoclassico era la poesia a dover intercettare ed interpretare la prassi artistica (ut pictura poiesis), nei lavori di Prisco De Vivo questo rapporto รจ totalmente ribaltato: lโarte diventa ancella della poesia, ne coglie le sfumature, fornisce nuove ed inedite chiavi di lettura e permette allo spettatore di penetrarne il โmisteroโ attraverso un sapiente uso del mezzo pittorico.
Del resto Leon Battista Alberti nel suo De Pictura scrisse: โMa piacemmi sia il pittore, per bene potere tutte queste cose, uomo buono e dotto in buone lettere [โฆ]. E farassi per loro dilettarsi deโ poeti e degli oratori. Questi hanno molti ornamenti comuni con il pittore [โฆ]โ.
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