Quel falegname di nome Giuseppe, a lui è dedicato il Dad Day

Quel falegname di nome Giuseppe, a lui è dedicato il Dad Day

Luigi Fusco

Patrono della Chiesa Universale, Giuseppe, il cui culto venne rinnovato l’8 dicembre del 1870 da papa Pio IX nell’enciclica Quemadmodum Deus, è tra i santi più venerati dai cattolici, poiché, insieme a San Giovanni, ha “traghettato l’umanità dal paganesimo al cristianesimo” (Marino Niola).

La sua popolarità è strettamente legata al suo nome, che, tuttora, risulta essere tra i più ricorrenti in tutti i Paesi di religione cattolica, ma, soprattutto, in Italia.

Le notizie riguardanti la sua vita si hanno dai Protovangeli, in cui è scritto che di mestiere faceva il falegname. La sua unione con Maria avvenne grazie al Signore. La leggenda aurea riporta che una colomba si posò sul bastone per annunciare la scelta fatta da Dio, per quanto lo stesso Giuseppe si schernì a causa della notevole differenza di età che c’era tra lui e la sua futura sposa.

San Giuseppe rappresenta, da sempre, il simbolo della paternità, degli affetti familiari e della responsabilità che ogni uomo deve assumere nei confronti dei propri cari.

“L’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”, così è stato definito da Papa Francesco nell’ultima Lettera Apostolica Patris corde stilata in occasione dell’Anno di San Giuseppe, le cui solennità si concluderanno l’8 dicembre prossimo.

Considerevole è stata, inoltre, la sua fortuna iconografia a partire dall’età medievale. Raffigurato nel ciclo di affreschi della Cappella Scrovegni a Padova da Giotto, immortalato da Raffaello e i suoi allievi, interpretato in chiave barocca e naturalistica nel Seicento, umanizzato in età romantica, addirittura innalzato a patrono delle arti e mestieri da William Morris, ideatore, negli anni Ottanta dell’Ottocento del movimento Arts & Crafts, in quanto, San Giuseppe, era, prima di tutto un abile falegname non privo di inventiva creativa.

La sua vicinanza al mondo degli operai lo fece diventare, il 1° maggio del 1956, santo protettore dei lavoratori, fatto che avvenne per dare un segno cristiano alla festa per eccellenza delle sinistre e della camera del lavoro, ma anche per non far dimenticare la dimensione popolare che ha da sempre caratterizzato il padre putativo di Gesù.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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