Quelle sacre idrie di Casaluce, dalle Nozze di Cana al Santuario
– Domenica 17 gennaio, la seconda dopo l’Epifania, si svolgerà presso il Santuario della Madonna di Casaluce, nella cittadina dell’agro-aversano, l’antica liturgia della benedizione delle acque contenute nelle miracolose idrie. Tale evento, che avrà inizio già nel pomeriggio di sabato 16, si svolgerà nel pieno rispetto delle vigenti norme anti-covid. Per l’occasione verranno, quindi, esposte le due idrie in alabastro, identificate dalla tradizione locale come le giare utilizzate nel corso del prodigioso evento delle Nozze di Cana. Stando alle fonti storiche, queste due boccette vennero donate, nel 1277, dal grande ammiraglio Ruggero Sanseverino all’allora re di Napoli Carlo I d’Angiò, insieme al quadro della Madonna di Casaluce. Entrambe erano state rinvenute in Siria, al tempo della reggenza di Gerusalemme affidata allo stesso Sanseverino dal sovrano angioino.
Le due ampolle entrarono in possesso dei padri celestini, al tempo amministratori del santuario, a seguito delle vicende che avevano interessato le successioni al trono di Napoli, i cui fatti si erano svolti lungo il periodo che va dalla morte di Carlo I all’ascesa di Roberto, passando per la canonizzazione di suo fratello Ludovico. Anticamente, nel corso della loro esposizione, accorrevano in pellegrinaggio molti infermi e malati per chiedere la grazia alla Madonna attraverso il contatto con le sacre giare. Ancora oggi, nel corso della solennità, sono tante le preghiere che vengono recitate, ma soprattutto durante la cerimonia si svolge un particolare rituale. Questo riprende le primitive invocazioni dei padri celestini, tratte da un testo interamente composto in latino, accompagnate, a loro volta, da canti, litanie, salmi e formule. Oltre la vicenda delle due idrie, interessante è l’intero complesso religioso di Casaluce, di fondazione medievale, al cui interno sono visibili affreschi di ascendenza “giottesca”. Notevoli sono, poi, i resti del castello in cui si trova tale edificio, la cui origine risale al 1024, cioè al tempo della dominazione normanna ad Aversa e nel resto del suo circondario.
Luigi Fusco – Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte
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