Razzializzazione fra linguistica e sociologia
-La parola “razzializzazione”, nata negli anni ‘70 in Gran Bretagna nel quadro degli studi di “sociologia delle relazioni razziali” (Oliveri 2020), è un calco della parola inglese racialization, derivata dall’aggettivo racial, “razziale”, con l’aggiunta del suffisso -ization che generalmente indica un processo o un’azione. Il termine si riferisce infatti al processo socioculturale attraverso il quale certi individui o gruppi vengono categorizzati e inferiorizzati in ragione di determinate caratteristiche biologiche, come ad esempio il
colore della pelle, oppure di caratteristiche culturali o socioeconomiche. Questa categorizzazione sminuente viene utilizzata dalle classi dominanti di una società per escludere persone o interi gruppi dall’accesso a determinati lavori e/o servizi. La razzializzazione è un fenomeno complesso strettamente correlato al contesto storico e alla struttura sociale, che determina dinamiche di potere sbilanciate e discriminanti che impattano sulla sfera economica e politica delle comunità in cui essa ha luogo. Durante il periodo del colonialismo europeo nelle Americhe e in Africa si cominciò ad utilizzare l’idea di “razza” per classificare persone con tratti fisici e genetici simili. Le potenze europee utilizzarono la classificazione razziale per giustificare lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù dei popoli nativo-americani e africani. Il fenomeno del razzismo falsamente scientifico ha purtroppo poi conosciuto il suo apice sempre in Europa con il nazismo. Anche nel secondo dopoguerra, le gerarchie razziali sono state utilizzate in vari paesi come base per legittimare discriminazioni e ingiustizie sistemiche; il che ha permeato purtroppo anche le strutture delle società contemporanee. Infatti, nonostante la scienza abbia confutato definitivamente l’idea che esistano diverse razze umane (Annoni, Monti, Redi 2020) e le democrazie abbiano lottato attivamente per contrastare il razzismo, la razzializzazione continua a svolgere un ruolo significativo nell’influenzare le esperienze e le opportunità delle persone nel mondo moderno. La discriminazione sistematica è un problema comune che spesso si manifesta sotto forma di opportunità limitate o del tutto negate di libera circolazione, giustizia, occupazione, assistenza sanitaria o istruzione. Le disparità sociali ed economiche sono spesso causate da tali limitazioni. Gli stereotipi e i pregiudizi razziali sono purtroppo ancora attuali e condizionano le interazioni sociali e interpersonali, mantenendo in piedi divisioni politiche, economiche e sociali. È necessaria una comprensione profonda del fenomeno della razzializzazione per creare e implementare politiche che la contrastino efficacemente, promuovendo un ambiente che sia realmente inclusivo e che garantisca il più possibile l’equità e l’eguaglianza e che sia quindi scevro di anacronistici e infondati pregiudizi. Come disse saggiamente Martin Luther King, “abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma
non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”.
*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche
Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
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