Referendum 12 giugno, a Scienze Politiche esperti a confronto
-Magistrati, docenti universitari ed esperti a confronto nell’aula magna del Rettorato a Caserta sui quesiti referendari del prossimo 12 giugno. «Partecipazione popolare alla riforma della giustizia: un’opportunità da non perdere!». Questo il tema del dibattito, promosso dal dipartimento di Scienze Politiche. Un’iniziativa voluta fortemente dal direttore Francesco Eriberto d’Ippolito che ha coordinato i lavori: «Mai come oggi è fondamentale la partecipazione attiva della popolazione alla discussione sui quesiti referendari, ma deve essere sostenuta dalla conoscenza approfondita delle tematiche oggetto della consultazione». Quindi, ha aggiunto: «Iniziativa questa che nasce dalla richiesta arrivata da parte degli studenti. L’intento è stato quello di stimolare il confronto e il dibattito fra i vari attori coinvolti, del resto l’università deve essere parte integrante della società civile».
Al tavolo del dibattito Orazio Abbamonte, professore di storia della giustizia dipartimento di Giurisprudenza della Vanvitelli, Alberto de Vita professore di diritto penale all’Università Parthenope, Vincenzo Pepe professore di diritto pubblico comparato dipartimento di Scienze Politiche della Vanvitelli. Quindi, il magistrato Nicola Graziano. Il professore Abbamonte, in particolare, ha osservato che dei cinque quesiti referendari, tre (elezioni CSM, separazione delle carriere e valutazioni sull’operato dei magistrati) hanno di mira gli aspetti corporativi del ceto giudiziario. I rimanenti due, invece, mirano ad eliminare norme dell’ordinamento potenzialmente fonti di arbitrio (custodia cautelare e legge Severino). Il professore Abbamonte, inoltre, ha osservato come il referendum sia uno strumento poco sofisticato, che non lascia spazio a sottili distinguo e tuttavia, in assenza di riforme ad opera del Parlamento, a lungo attese, il referendum popolare è l’unico modo per far ascoltare nei luoghi governo la voce e la volontà dei cittadini, attirando l’attenzione su questioni di forte interesse per la comunità.
Il magistrato Nicola Graziano a margine del convegno ha sottolineato: «E’stato un dibattito molto leale, molto concreto e molto corretto. È importante che si vada a votare al di là del merito delle questioni. Io ho espresso la posizione su tutti. Credo che è difficile poter pensare all’abrogazione della Severino perché è una legge rigorosa ma eticamente importante, sugli altri c’è molta libertà di pensiero. Io da magistrato credo che alcuni sì bisogna darli». Sulla poca conoscenza o addirittura informazione dei temi referendari ha aggiunto: «Va dato un grande merito dell’università che oggi ci ha invitato a questo dibattito. Parlare ai giovani, soprattutto, di questi temi è molto importante. Questo è un silenzio assordante, purtroppo la democrazia è anche questo. Credo che – ha poi concluso – bisognava parlare di più. Io penso che bisogna scendere in piazza e partecipare alle diverse iniziative fino al 12. È importante che si faccia questo, è importante far sentire la propria voce, poi ognuno sceglierà secondo coscienza». La discussione si è poi allargata al pubblico di studenti, docenti e professionisti, dando vita ad uno stimolante confronto ed evidenziando, da vari punti di vista, la necessità e l’urgenza delle riforme.
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