Restauro finito, Sant’Agostino torna nella casa sammaritana
-Domenica 5 settembre, alle 10.30, presso la Parrocchia di Sant’Agostino Vescovo in Santa Maria Capua Vetere si terrà la cerimonia della “scopritura” della pala d’altare dell’Estasi di Sant’Agostino Vescovo riportata al suo antico splendore dal restauratore Gianfranco Zarrillo. L’opera, datata intorno agli anni Quaranta del Settecento, è stata riferita all’ambito pittorico napoletano e ascrivibile alla bottega di Paolo De Maio. La scena raffigurata mostra l’esperienza pervasiva del santo, concepita secondo uno schema piramidale.
Sant’Agostino fa parte del gruppo dei 12 presuli che, nel V secolo, erano fuggiti dall’Africa per scampare alle persecuzioni di Genserico. Insieme a lui vi erano Castrese, Tammaro, Rosio, Eraclio, Secondino, Auditore, Marco, Augusto, Elpidio, Canione e Vindonio. Secondo la leggenda, durante la prigionia apparve loro un angelo annunciante segni divini che si sarebbero verificati nel corso della loro futura peregrinazione. La narrazione riporta che “Nella notte apparve un angelo del Signore e disse: Ecco, Gesù Cristo mi mandò presso di voi, affinché con i miei discorsi infondessi coraggio nei vostri cuori e nei vostri corpi, e prima che i persecutori crudelissimi tentino di immergervi nelle profondità del mare, sappiate tutti che il Re Eterno ha preparato per ciascuno di voi un luogo, nel quale anche voi stessi riposate in Cristo e assolverete da ogni peccato la moltitudine dei popoli che abitano in quelle parti”. Grazie all’aiuto dell’angelo, questi santi sbarcarono a Castel Volturno ed ognuno di loro si diresse, poi, nei centri dove il Signore aveva predisposto per la loro missione. Sant’Agostino, inoltre, era presente nel mosaico del V-VI secolo, insieme ai beati capuani Prisco, Lupolo, Sinodo, Rufo, Marcello, Felicita, Quarto e Quinto, che si trovava nel Sacello di Santa Matrona presso la Chiesa Parrocchiale di San Prisco e distrutto nel XVIII secolo. Il quadro è stato oggetto di un dovizioso restauro che ha interessato la pulitura e il consolidamento della tela e il recupero del telaio ligneo. Particolarmente complessi e laboriosi sono stati i lavori che hanno riguardato la reintegrazione pittorica delle micro abrasioni e la verniciatura finale di protezione.
A fare gli onori di casa nel corso dell’evento sarà il sacerdote della parrocchia Giovanni Lagnese che accoglierà l’Arcivescovo di Capua Salvatore Visco, ministrante della celebrazione eucaristica. Il progetto di restauro verrà, invece, presentato dal suo esecutore: Gianfranco Zarrillo. Nativo di Capua, dove tuttora vive ed opera, si è formato, dopo la maturità al Liceo Artistico di Santa Maria Capua Vetere, sia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli sia all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Zarrillo ha al suo attivo diversi incarichi svolti nel territorio casertano, ma anche in provincia di Latina e nell’area vesuviana. Danni, infine, collabora con le Soprintendenze e con vari enti sia pubblici che privati.
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