Rifiuti? No problem! Antonio Malorni alla Canonica di Caserta
– «È una storia che non ha mai avuto risposte. Eppure la soluzione ci sarebbe grazie a due nuovi tipi di impianti per il trattamento dei rifiuti, l’autoclave e il sistema P2P, ovvero plastic to petrol. Sono ritornato sull’argomento perché sollecitato, visto che si profila all’orizzonte la costruzione di un biodigestore». Queste le conclusioni cui è pervenuto il chimico casertano Antonio Malorni, già direttore del Centro nazionale ricerche di Avellino. Il dinamico scienziato ha tenuto la sua relazione nella Canonica di piazza Ruggiero a Caserta, sodalizio di cui è anche coordinatore e che ha sede nei locali adiacenti alla chiesa del Redentore. Il tema della conferenza, coordinata da Anna Giordano, era appunto «Innovazione tecnologica e trattamento dei rifiuti». Tra il pubblico tanti attivisti del mondo dell’associazionismo, presente anche il padrone di casa, il vescovo emerito Raffaele Nogaro.
«L’autoclave – ha sottolineato Antonio Malorni – è in grado di processare in soli 45 minuti il carico di spazzatura, sia indifferenziata che differenziata, sterilizzandolo e idrolizzando tutto il materiale organico caricato in un prodotto omogeneo, definito floc, stabile nel tempo e leggermente profumato, utilizzabile con rese eccezionalmente alte sia negli impianti di digestione anaerobica mesofila sia negli impianti di gassificazione catalitica di ogni tipo. Naturalmente per motivi di convenienza economica e per processare tutta la raccolta dei rifiuti in un solo posto, per la gassificazione l’ideale è il collaterale impianto P2P, destinato anche al trattamento di tutte le plastiche differenziate dal materiale residuo, ottenuto in caso di processamento di rifiuti provenienti da raccolta indifferenziata».
Nella sua conferenza Antonio Malorni si è soffermato a illustrare i metodi tradizionali di smaltimento dei rifiuti in maniera comparativa con le nuove tecnologie disponibili, caratterizzate da un impatto ambientale prossimo allo zero e da ricavi incredibilmente alti, capaci di risolvere anche il problema della inadeguata raccolta differenziata. E ha ribadito: «L’impianto di fermentazione anaerobica dovrebbe essere dotato di un’autoclave per il pretrattamento del materiale. Di conseguenza, il bando di gara regionale dovrebbe prevedere la possibilità di offerte migliorative rispetto a quanto previsto. Con tali nuove tecnologie si potrebbe risolvere in soli 45 minuti in autoclave il problema annoso dei cumuli di spazzatura per le strade con il pericolo del percolato e del rischio biologico, dicendo finalmente addio agli ecomostri delle discariche e degli impianti di compostaggio inutili. La raccolta differenziata ancora oggi non ha raggiunto livelli qualitativi e quantitativi di sufficienza, non rispetta le regole stringenti della segregazione dei rifiuti da parte dei cittadini».
Il rammarico di Antonio Malorni è di aver già organizzato a Caserta nel 2011 un convegno presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione per illustrare questi percorsi innovativi, ma nulla è cambiato, anche se lui ha continuato a illustrarne i vantaggi in varie sedi regionali. Eppure è dalla fine del 2010 che la Comunità europea ha dato via libera alla commercializzazione dei due nuovi tipi di impianti.
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