Riti della Settimana Santa, cosa cambia in tempo di pandemia

Riti della Settimana Santa, cosa cambia in tempo di pandemia

Luigi Fusco

– Riti di Pasqua in forma ridotta, quest’anno, a causa del perdurare dell’emergenza covid. Pertanto, oltre le solenni messe non ci saranno processioni e Via Crucis a caratterizzare la tradizionale fede civica e popolare del Venerdì Santo.

In molti paesi della provincia di Caserta sussistono consuetudini secolari, oggetto non soltanto di devozione ma anche di veri e propri approfondimenti antropologici. Al riguardo, basti pensare ai rituali della Settimana Santa che si tengono a Sessa Aurunca, la cui vitalità spirituale, figurativa e penitenziale è messa in atto dalle numerose confraternite cittadine. Un evento che ha il suo culmine con il Venerdì di Passione, specialmente quando vengono accesi i carraciuni, grandi falò composti da fascine raccolte e allestite nei vari quartieri interessati dal passaggio della processione.

Tra sculture dell’Addolorata, del Gesù Crocifisso e deposto dalla croce, in ogni angolo di Terra di Lavoro si consuma la Passione di Cristo. Fedeli, confraternite, accollatori e musicanti sono i protagonisti di questi cerimoniali, la cui attesa dura un anno.

In molti casi, queste pratiche non hanno solo una dimensione religiosa, ma segnano l’appartenenza ad una specifica comunità cittadina, in cui ognuno si riconosce. Devozione, storia e identità, sia culturale che cultuale, sono i presupposti che sorreggono tali rituali, la cui entità simbolica è strettamente connessa alla stagione primaverile e quindi al mito della rinascita: della terra così come della vita.

Nel segno della condivisione comunitaria si pone anche l’Incontro del Venerdì Santo di Capua. Intorno a mezzogiorno, si ritrovano nella suggestiva piazza principale “dei Giudici” l’Ecce Homo e la Vergine, mentre tutta la cittadinanza assiste in silenzio, ma soprattutto in preghiera, ad un momento unico, topico, in cui natura umana e divina diventano un tutt’uno.

Molte di queste tradizioni hanno origini antichissime, risalenti all’età medievale e, in molti casi, la loro natura tende ad essere sincretica. L’auspicio è che per l’anno venturo ogni tipo di celebrazione pasquale possa esser ripresa nelle sue forme precipue, rinnovandosi così nella sua ciclicità e colmando quella rottura temporale che sta caratterizzando il singolare momento storico che stiamo vivendo.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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