Sacco di Capua, la rievocazione in ricordo dei “cari antenati”
-Capua non dimentica i suoi “cari antenati” deceduti durante il drammatico Sacco perpetrato ai danni della città nel 1501 da Cesare Borgia. Nonostante siano trascorsi ben 522 anni dall’eccidio dei capuani, secondo le fonti del tempo ben 4000 ne furono trucidati, l’Arciconfraternita “Maria Santissima delle Grazie – Vulgo Santella” ne ha rinnovato il ricordo attraverso la consueta Santa Messa in Suffragio dei Defunti officiata da don Gianni Branco di Parrocchie Capua Centro. Dopo la Celebrazione Eucaristica sono stati letti alcuni brani tratti dalle narrazioni del Sacco e a seguire si è svolta una piccola processione condotta dai sodali della stessa congrega conclusasi con un momento di preghiera, con la deposizione di una Corona di Fiori ai piedi del Monumento al Cuore di Gesù posto sulla riviera casalina e con un intervento tenuto dall’Assessore alla Cultura Vincenzo Corcione.
Il Sacco di Capua, consumatosi il 24 luglio del 1501, è considerato dagli storiografi uno degli episodi più salienti consumatosi in Italia agli inizi dell’età moderna al tempo delle guerre di conquista dei vari territori governati da alcune delle signorie più prestigiose il cui potere si era consolidato nel corso del XV secolo.
Essendo Capua “Clavis Regnii”, porta di accesso al Regno di Napoli, al tempo posto sotto le insegne aragonesi, non riuscì a sfuggire alla bramosia del Borgia, conosciuto anche come duca di Valentinois, e alla sua sete di sangue, ma soprattutto di vendetta per non aver ricevuto in moglie Carlotta figlia di Federico I d’Aragona, conosciuta nella medesima città nel corso dell’incoronazione del padre avvenuta presso la Cattedrale il 10 agosto del 1497.
Durante lo sterminio non venne risparmiato nessuno. Vennero trucidati religiosi, donne e bambini. In molti pur di non esser presi in ostaggio o esser seviziati dalle truppe mercenarie al soldo di Cesare Borgia preferirono annegarsi nel Volturno.
La fondazione dell’Arciconfraternita della Santella è strettamente connessa al Sacco. Proprio dove ora si trova la sua chiesa sorgeva un’edicola votiva con l’immagine della Madonna della Pietà che, secondo la tradizione, levò le braccia in aria in segno di dolore osservando le barbarie che si consumavano ai danni dei capuani stessi.
Oltre le morti, Capua venne letteralmente spogliata dei suoi tesori. In particolare vennero depredate le ricchezze dalla Cattedrale e dei tanti complessi conventuali che sorgevano in centro.
A livello sociale, economico e politico le conseguenze furono veramente nefaste e ci volle più di un decennio affinché la città si riprendesse.
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