Salvatore Pizzi, nel suo nome gemellaggio tra Procida e Capua
– Sta balzando agli onori della cronaca la proposta, lanciata attraverso il social Facebook, di Giuseppe De Nitto, già direttore della Biblioteca Palatina della Reggia di Caserta, in merito a un eventuale gemellaggio tra la città di Capua e Procida, eletta a capitale della cultura per il 2022.
L’idea è stata maturata intorno alla figura di Salvatore Pizzi, che nacque a Procida nel 1816. Capuano d’azione, è stato, inoltre, tra i protagonisti dell’epopea risorgimentale, considerati i suoi trascorsi mazziniani e il suo impegno militare come garibaldino. Fondatore, nel 1866, dalla prima Scuola Normale Femminile di Terra di Lavoro, istituto antesignano della vecchia scuola magistrale, la cui eredità oggi spetta al Liceo Statale, a lui stesso intitolato, diretto dal preside Enrico Carafa.
Salvatore Pizzi, in qualità di Governatore della Congregazione di Carità di Capua, sfruttò tutte le risorse possibili affinché potesse dar vita alla scuola femminile. Collocata all’interno del complesso monumentale della Casa della Santissima Annunziata, Pizzi stesso si preoccupò di dotare l’istituzione di un vero Statuto organico con capitolo specifico ai ruoli e agli impegni che dovevano assolvere gli insegnanti e le alunne. Imbevuto di ideali patriottici e, al contempo, fortemente influenzato dalla cultura tedesca, Pizzi, nel tempo, si appassionò agli studi di filosofia e di pedagogia contemporanea, avvicinandosi, al contempo, a teorie positiviste non senza restar affascinato dal darwinismo e dai suoi effetti nella società. Questi sui interessi lo portarono a formare una ricca biblioteca di testi dedicati ai nuovi metodi di insegnamento. Molto sentita fu la sua dipartita, avvenuta nel 1877, tanto che l’allora Congregazione di Carità commissionò, nell’immediato, un busto commemorativo allo scultore Onofrio Buccini, lo stesso autore della statua di Vanvitelli a Caserta, oggi conservato presso il Liceo “Pizzi”. Per il ruolo che aveva svolto nell’ambito della pedagogia contemporanea, a Pizzi venne dedicato, nel 1879, il Museo Pedagogico della Scuola Normale Maschile di Caserta, istituzione che restò solo su carta in quanto non venne mai inaugurata.
Al “procidano”, l’amministrazione capuana riservò molti onori facendolo seppellire nella Cappella Madre del cimitero e, dopo qualche tempo, inserendo una targa sulla sua abitazione, dove per lungo tempo continuarono a dimorare i suoi discendenti.
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