San Carlo. Kengo Kuma firma la scenografia per Simon Boccanegra

San Carlo. Kengo Kuma firma la scenografia per Simon Boccanegra

(Comunicato stampa) -Uno speciale allestimento per il titolo con cui prosegue la Stagione d’Opera 23-24: Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi verrà eseguito in forma di concerto al Teatro di San Carlo venerdì 11 ottobre alle ore 20:00. Seconda replica domenica 13 alle ore 17:00.
Il sipario si alzerà sulle scenografie che l’architetto Kengo Kuma ha appositamente realizzato per
Alcantara nell’ambito di EDIT Napoli, la fiera del design editoriale e d’autore che si svolgerà
all’Archivio di Stato di Napoli dall’11 al 13 ottobre 2024.
Debutto al Lirico napoletano per Michele Spotti, sul podio per dirigere Orchestra e Coro del Teatro
di San Carlo, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi.


È Ludovic Tézier il doge genovese Simon Boccanegra. Torna al Massimo partenopeo Marina
Rebeka, che darà voce e volto a Maria Boccanegra (Amelia); Michele Pertusi è, invece, Jacopo
Fiesco. Francesco Meli veste i panni di Gabriele Adorno, mentre Mattia Olivieri e Andrea Pellegrini
interpretano Paolo Albiani e Pietro. Completano il cast vocale due Artisti del Coro, Vasco Maria
Vagnoli (Un Capitano dei balestrieri) e Silvia Cialli (Un’Ancella di Amelia).
L’esclusivo allestimento rientra nelle iniziative EDIT CULT, le mostre diffuse che, attraverso un
attento lavoro di curatela, mettono in dialogo luoghi storici di Napoli e progetti contemporanei,
dando vita a un racconto a più voci sparso per la città.
Il programma di esposizioni nato in seno a EDIT Napoli, promuove un diverso concetto espositivo
per il design, pensato ad hoc per ogni mostra, che nasce dal connubio tra contenitore/contesto
architettonico e opere/prodotti esposti. Ed è in questo spirito di incontro, tipicamente mediterraneo,
che ha preso vita sul palcoscenico del Teatro di San Carlo una fusione unica tra tradizione e modernità.
L’opera di Giuseppe Verdi è stata studiata dal grande architetto Kengo Kuma nelle sue componenti
argomentative e visive. La storia di cappa e spada ambientata a Genova ha trovato un suo riflesso nel
tempio della lirica di Napoli, sottolineando il legame tra le due città marittime, entrambe fortemente
connotate dall’essere crocevia culturali. Al tempo stesso l’analogia con la storia personale
dell’architetto nipponico trova una connessione con Napoli attraverso un paesaggio profondamente
inciso dalla presenza vulcanica, dal legame con una natura terrigna e liquida sotto il segno del fuoco.
“Shiwa Shiwa” è il titolo scelto da Kuma, che significa piega-solco e indica un concetto giapponese
riferito all’andamento curvilineo della natura, alla sua inafferrabilità, al suo essere mobile, sguisciante,

in perenne trasformazione. A identificare questa idea è una superficie di Alcantara traforata, di circa
settecento metri quadrati, che si avviluppa sul palcoscenico del teatro, abitandolo come protagonista
assoluta, in dialogo con le voci del coro e con l’orchestra. La scena fissa non ha però nulla di statico: le
onde materiche volteggiano nell’aria e soprattutto sono potentemente animate dalla regia luminosa.
Questa segue cromaticamente l’intensità della musica, creando una vera sinestesia visivo-sonora nello
spettatore.
Il punto di bianco prescelto e i trafori del materiale enfatizzano un effetto di luce vibratile, che cambia
completamente a seconda delle intensità e delle angolazioni, unendo i valori della penombra – e qui il
pensiero va al fondamentale saggio di Tanizaki, “Libro d’ombra” – sino alla luce più pura e cristallina.
Si ottiene così da un lato quell’idea di morbidezza e impalpabilità che si ispira al Cristo Velato della
Cappella Sansevero, capolavoro di Sanmartino che identifica la cultura partenopea in bilico tra arte e
scienza; dall’altro lato l’effetto è quasi scintillante e metallico, riportando alle armature e alle lame dei
combattimenti di cui la storia del Boccanegra è intessuta.
Nella visione di Kengo Kuma l’onda di Alcantara, con le sue mutevoli volute in costante movimento,
diviene l’emblema dell’azione dell’opera lirica e una vera e propria opera d’arte totalizzante, all’interno
della quale lo spettatore viene calamitato.
Grazie a questa speciale partnership, Alcantara impreziosisce gli arredi del Teatro di San Carlo con il
materiale che, nell’iconica nuance del rosso teatrale, veste alcune sedie dei palchi e della balconata
della storica sala del Lirico napoletano.

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