San Prisco, Diana vien di notte e fa tappa sotto il Tifata
Oggi domenica 23 ottobre la prima edizione della manifestazione “La Notte di Diana – Cultura e tradizione alle pendici del Tifata”, co-finanziata dal “Poc Campania 2014-2020. Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura”. A organizzarla l’Amministrazione comunale, diretta dal primo cittadino Domenico D’Angelo, con il coinvolgimento degli assessorati al Marketing territoriale, Politiche giovanili e Cultura guidati dal vicesindaco Rosaria Pasquariello.
La rassegna è dedicata anche a un prodotto tipico di San Prisco: la celebre oliva aitana. “La Notte di Diana” sarà aperta proprio da un convegno incentrato sul prelibato alimento. L’incontro “Oliolive – I tesori del Tifata” avrà luogo alle ore 17 nella sala consiliare ‘Zibella’ e sarà inaugurato da Domenico Pagano dell’associazione Storia locale San Prisco. Subito dopo ci saranno gli interventi del sindaco Domenico D’Angelo, della sua vice Rosaria Pasquariello e del consigliere regionale Luigi Bosco, vicepresidente della commissione alle Attività produttive, Industria, Commercio e Turismo. Dopo i saluti istituzionali, prenderanno la parola l’imprenditore Francesco Grignoli, l’agronomo Prisco Fusco, il presidente del comitato Olive caiazzane Maurizio Capitelli e il presidente del distretto Pro Loco Umberto Riccio. La professoressa Carla Ferrucci, inoltre, illustrerà gli eventi e le mostre che arricchiranno la manifestazione.
Con “La Notte di Diana”, dunque, si andrà a valorizzare la produzione locale dell’oliva aitana, tramandata in maniera familiare, molto richiesta in diverse parti d’Italia e non solo. Si tratta di olive di media-piccola pezzatura e di forma sia rotonda che ovoidale; di questo prodotto si apprezzano soprattutto la consistenza croccante della polpa e il gusto assai gradevole. Possono essere consumate sia al naturale che essiccate al forno. Le olive di questa varietà vengono raccolte alla stato nero, a mano, tra ottobre e dicembre. Vengono lavorate attraverso il “sistema al naturale”, ovvero esclusivamente con acqua e sale. Le fasi del processo fermentativo naturale sono periodicamente controllate, affinché non si verifichino alterazioni dannose al tipico patrimonio compositivo della materia prima.
Fonte. Comunicato stampa
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