San Valentino, il vescovo martire che protegge gli innamorati

San Valentino, il vescovo martire che protegge gli innamorati

Luigi Fusco

– Le origini della solennità dedicata a San Valentino e il suo legame con la festa degli innamorati sono molto antiche e fondano le proprie radici nel mondo pagano. Secondo la tradizione, la concomitanza tra il dies natalis di Valentino e il giorno consacrato all’amore risale al 496 d.C., quando papa Gelasio I mise la parola fine ai lupercalia, riti pagani celebrati in onore di Luperco, divinità della fertilità. Questi si consumavano il 15 febbraio e si svolgevano in maniera lasciva, dando, inoltre, sfogo a qualsiasi frenesia erotica, andando così in netto contrasto con la morale e i sentimenti cristiani. Tale ricorrenza raggiungeva il culmine nel momento in cui le matrone decidevano di offrirsi in modo spontaneo per strada, ma anche quando accorrevano giovani nudi, devoti al fauno Luperco, intenzionati a farsi frustare. Anche le donne in gravidanza si sottomettevano a questo tipo di rituali, poiché erano convinte che avrebbero fatto bene al futuro pargolo.

La chiesa cristiana intervenne con forza nei confronti di queste usanze pagane, tramutando il sesso sfrenato in amore puro e anticipando al 14 febbraio così la ricorrenza, facendola coincidere con il giorno della morte di San Valentino. Per quanto riguarda la reale esistenza di questa figura, insistono ancora molti dubbi, in quanto pare che di Valentino ne sia esistito più di uno. Alcune fonti riportano che sia nato nell’attuale città di Terni, nel II secolo dopo Cristo, e lì sia vissuto fino alla morte, ricoprendo l’incarico di vescovo per lungo tempo. Ancora in vita era già considerato, dai fedeli, un santo presule, particolarmente dedito alla protezione delle coppie di fidanzati e alla guarigione degli epilettici. Esiste anche un’altra versione della sua agiografia, in cui è narrato che era vescovo, forse della stessa città di Terni, e che sia stato decapitato, nel 274, a Roma. In merito a quest’ultima vulgata, si racconta che Valentino venne giustiziato dai magistrati dell’urbe perché aveva celebrato il matrimonio tra una cristiana e un legionario pagano. Le nozze vennero celermente officiate, in modo da esaudire il desiderio della giovane donna, malata e prossima alla morte.

A rendere, però, intrigante la vicenda dell’esistenza di Valentino è la presenza delle sue spoglie nella chiesa di San Magno della città di Bad Schussenried in Germania. Esposto in una teca lignea è il suo scheletro totalmente coperto da un vestito in seta corredato da numerose pietre preziose. Tale reliquia proviene dalle catacombe romane e venne condotta in Germania agli inizi del XVII secolo. Per quanto non certa la reale appartenenza di queste ossa a Valentino, la loro testimonianza in territorio teutonico doveva servire a riconvertire i protestanti e ricondurli in seno alla Chiesa di Roma, provando ad attrarli attraverso il bagliore materiale della sua santità, messo in mostra attraverso i gioielli e le sete pregiate impiegate per rivestire il suo già terrificante scheletro.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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