Santa migrante a Tora e Piccilli, l’opera di Pastore in frantoio
– Appuntamento mercoledì 13 ottobre alle 18 presso l’azienda Frantoio Oleario Maciariello in Via Casilina 31 a Tora e Piccilli. In programma un confronto sulla coltura e cultura dell’olio EVO e nuovo impianto di trasformazione. Nell’occasione anche lo svelamento e presentazione al pubblico dell’opera fotografica Santa Reparata dell’artista Massimo Pastore. Con l’artista, anche l’onorevole Nicola Caputo assessore regionale all’agricoltura
Nella nota si legge: «La committenza di un’opera è da sempre uno dei punti nodali di indagine degli storici dell’arte perché tale processo configura una ben delineata modalità che mette in luce l’orientamento e lo stile del committente, la sua sensibilità e la vis ideale, oltre che sociale, che lo anima. La famiglia Maciariello, In occasione della rigenerazione del proprio frantoio oleario con un nuovo impianto di trasformazione che mira alla produttività unita alla sostenibilità e alla più alta qualità, ha voluto che all’interno dell’azienda, nell’area produttiva e quindi pubblica, ci fosse un’opera che si potrebbe definire site specific dell’artista napoletano Massimo Pastore. I Maciariello erano rimasti fortemente colpiti dalle opere di Massimo Pastore del progetto Santi Migranti e hanno dunque patrocinato l’opera che l’artista ha immaginato per questa impresa olearia che dagli anni ’50 del secolo scorso è mossa dalla passione per tutto quanto afferisce la coltura e la cultura delle olive».
Massimo Pastore, in una linea di continuità con la ricerca artistica di Santi Migranti, ha rappresentato, come è nella cifra di quel progetto ormai noto in tutta Europa, l’iconica figura di Santa Reparata da Cesarea di Palestina che è stata nel 2016 proclamata patrona degli olivicoltori a seguito di una formale richiesta (supplica) avanzata dal mondo olivicolo nazionale alla Chiesa Cattolica. Il detto popolare recita: “A Santa Reparata ogni oliva è inoliata” e si celebra la sua festa il giorno otto ottobre che corrisponde all’inizio della raccolta. Pastore da sempre considera le icone religiose degli scrigni che custodiscono storie di persone che per la loro forza e umanità vengono successivamente elevate agli onori dell’altare e, secondo la sua visione, finiscono per diventare simboli distanti se non si riesce, come è nelle sue intenzioni, a vederne l’aspetto reale, concreto, storico e personale, se non si raccontano le loro storie e le loro radici che il più delle volte tendono a sbiadire e trasformarsi in leggenda. Massimo Pastore afferma che: “Riconsegnare a queste icone storicità e fisicità significa riconoscere come sacro l’essere umano e riportare quei valori dall’altare all’agire quotidiano, un processo inverso che vede la santità come una possibilità da tutti perseguibile laicamente.” Reparata è qui dunque, come nel suo etimologico significato, restituita all’umano e con la forza di quell’olivo che è da antico tempo simbolo di pace, di amore di speranza. L’opera di Massimo Pastore è posizionata permanentemente all’interno dell’area di trasformazione del frantoio Maciariello ed è visitabile durante l’apertura aziendale.
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