Sant’Alfonso letterato vescovo, scrisse “Tu scendi dalle stelle”

Sant’Alfonso letterato vescovo, scrisse “Tu scendi dalle stelle”

Luigi Fusco

-Vescovo, compositore, scrittore, insigne teologo e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, questo e tant’altro è stato in vita Alfonso Maria de’ Liguori, nato a Napoli nel 1696 e morto a Nocera dei Pagani il 1° agosto del 1787. Beatificato nel 1816, venne da Gregorio XVI, nel 1839, santificato, per, poi, esser dichiarato dottore della Chiesa, nel 1871, da papa Pio IX. Figlio di marchesi, sin da piccolo ricevette un’educazione degna del suo rango. Non solo opere letterarie e religiose gli vennero impartite, ma anche rudimenti di pittura ricevuti dal maestro Francesco Solimena. All’età di 14 anni cominciò gli studi universitari, divenendo allievo di Giambattista Vico, e contestualmente iniziò a frequentare gli ordini religiosi dei gerolamini e dei filippini prestando anche assistenza ai malati. Dopo alcune delusioni avute in ambito professionale, decise di intraprendere la carriera religiosa divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna. La sua fu una scelta non semplice da prendere, anche perché dovette fare molti compromessi con il genitore, decisamente contrario alla sua volontà di farsi prete e di voler entrare nell’ordine di San Filippo Neri. Nel 1732, a 36 anni, lasciò Napoli e si ritirò a Scala, in provincia di Salerno, dove fondò la Congregazione del Santissimo Redentore. Successivamente, si trasferì presso l’eremo benedettino di Villa degli Schiavi, oggi cittadina di Liberi in provincia di Caserta, dove aprì la prima casa del suo sodalizio.

L’inizio della nuova esperienza religiosa di Sant’Alfonso fu difficile, poiché molti furono i divieti applicati al suo ordine da parte degli enti ecclesiastici locali, ma avvalendosi della propria esperienza giuridica, Alfonso Maria de’ Liguori ricorse alla formula della congregazione religiosa, la cui compagine statutaria e legale era già approvata nel Regno di Napoli e, difatti, la sua congregazione venne confermata, nel 1749, da papa Benedetto XIV. I Redentoristi, così vennero chiamati, attraverso la loro predicazione, semplice e apostolica, riuscirono, in poco tempo, ad andare oltre i domini partenopei, aggiudicandosi missioni nel resto d’Italia e anche all’estero, soprattutto in Polonia.

Negli anni a seguire la fondazione della congregazione, Sant’Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche, come la Theologia moralis e La pratica del confessore. Fu, poi, compositore di molte canzoni in italiano e in napoletano, tra cui il famoso canto natalizio Tu scendi dalle stelle, scritto e musicato durante una sua missione a Nola, derivato da Quanno nascette Ninno, opera composta con testo in napoletano nel corso del suo soggiorno presso il convento della Consolazione a Deliceto in provincia di Foggia. Alfonso Maria de’ Liguori è stato Vescovo di Sant’Agata dei Goti, residente ad Arienzo, nel palazzo Vescovile, dove i suoi confratelli lo videro immobile per due giorni sulla sua poltrona, mentre, in realtà, era presente a Roma al capezzale di Clemente XIV e, pertanto, gridarono al miracolo.

La sua figura fu molto venerata anche a Capua, in quanto il santo fu tra i principali sostenitori di Angela Marrapese, badessa del complesso conventuale di San Gabriello, e delle sue predicazioni non sempre ben condivise dal clero capuano, nonostante la religiosa fosse molto legata alla regina Maria Amalia di Sassonia e a suo marito il sovrano Carlo di Borbone. Per le sue opere di carità e per i prodigi avvenuti dopo la sua morte, Sant’Alfonso Maria dei Liguori è ancora oggi tra i santi più venerati dalla Chiesa occidentale, soprattutto in territorio campano.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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