Sant’Apollonia patrona dei dentisti, le raffigurazioni casertane
– Per quanto il suo nome non sia particolarmente diffuso, Apollonia, il cui dies natalis cade il 9 febbraio, è tra le sante più importanti della Chiesa cristiana. Nativa di Alessandria, vissuta nel terzo secolo, per le sue opere di apostolato verso i più poveri subì un cruento martirio: le vennero divelti tutti i denti con una tenaglia. Nonostante tale atroce supplizio, riuscì a liberarsi dai propri aguzzini, ma preferì lanciarsi nel fuoco che era stato già acceso per mandarla al rogo. Il suo non fu un suicidio, ma una morte voluta per far sì che la sua castità non venisse violata. Il suo culto iniziò a diffondersi abbastanza presto, sia in Oriente che in Occidente. Contestualmente, cominciarono a circolare anche i resti dei suoi denti e pertanto le venne attribuito il patronato ai medici dentisti, tuttora in essere, e l’invocazione contro i mal di denti.
La fortuna agiografica di Apollonia andò oltre l’immaginario, tanto che, solo in Italia, circolavano più di 100 sue reliquie ex dentibus a fronte dei canonici 32 denti che ha ogni essere umano.
Papa Pio VI, nel 1775, volle mettere ordine alle sacre spoglie della santa, eliminando tutto ciò che risultava essere falso. Fece raccogliere molte delle sedicenti reliquie a lei attribuite per, poi, collocarle in uno scrigno che risultò pesare ben 3 chili. Successivamente questo baule venne gettato nel Tevere. La devozione nei confronti di Apollonia è presente anche in provincia di Caserta: a Caiazzo, dove vi è un’apposita confraternita, a Santa Maria a Vico, con una cappella intitolata, a Capua e, infine, nella frazione di Casolla di Caserta. In queste due ultime località sono presenti, una per parte, opere pittoriche, datate alla seconda metà del Settecento, in cui è raffigurata Apollonia.
Nella cittadina capuana, il dipinto si trova all’interno della chiesa di San Domenico. In questo quadro, la santa è messa in primo piano mentre subisce il martirio, compaiono, difatti, un torturatore le cava i denti con una grossa tenaglia e un altro losco figuro che le lega i polsi. Sul suo capo vi è un angelo che conduce una corona di gigli e la palma del martirio, ai suoi piedi, invece, è presente un’altra figura angelica che raccoglie i suoi denti. Ben diversa è l’iconografia dell’affresco presente a Casolla, nello specifico all’interno della chiesa di San Rufo. La martire è rappresentata con in mano la tenaglia che stringe uno dei suoi denti, contestualmente mostra il proprio attributo alla figura femminile che le sta vicino, ovvero Matrona, santa invocata contro i mal di pancia nonché patrona della cittadina di San Prisco.
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