Settembre al Borgo, ciak si gira! Il festival diventerà un film
Claudio Sacco
– Settembre al Borgo, edizione 45, ritorna dal 2 al 6 settembre prossimi, ma non sarà solo musica. E’ il borgo di Casertavecchia che si trasformerà in un set a cielo aperto per la realizzazione di un docufilm. E sempre qui, la presentazione dell’album “postumo” di Fausto Mesolella, Taxidi. Appuntamento questo in programma per la chiusura della rassegna, nella Cattedrale del Borgo Antico mercoledì 6 settembre alle ore 19. Nell’occasione sarà il produttore Giulio Cesare Ricci, “l’uomo del vinile” in Italia e fondatore della casa discografica “Fonè”, a raccontare l’ultimo viaggio musicale del cantautore casertano. «Abbiamo registrato il disco tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 – racconta Ricci – la mattina del 30 marzo scorso, dopo aver ragionato molto sull’immagine della copertina, che abbiamo cambiato più volte, ho chiamato Fausto per dirgli “Allora, vado in stampa?”. Avuto l’ok ci siamo salutati: “A prestissimo’, mi ha detto”. La sera è andato via. Sembra proprio che il destino abbia voluto che tutte le pedine andassero al loro posto, che l’album fosse pronto, prima che si prendesse Fausto. E’ finito tutto come doveva finire. So che la morte è parte della vita, ma certi momenti, ripescandoli poi nella memoria, sembrano più forti”.
Tanti sono gli aneddoti legati alla lavorazione di “Taxidi”, registrato nella cantina di un palazzo medievale di Certaldo Alta, in Toscana, nei luoghi che furono del Boccaccio. “Fausto rimase incantato dall’ascolto di un album nato proprio lì, un disco del sassofonista americano Scott Hamilton – racconta il produttore – Lui era un semplice, come tutti i grandi, e in un luogo semplice era capace di liberare emozioni fortissime. Gli ho proposto di suonare libero, come nelle suite, senza inizio né fine: ‘Allora suonerò i brani con la durata di un lato del vinile’, rispose. La libertà espressiva di “Taxidi” è straordinaria: chi l’ha ascoltato ha davvero viaggiato con lui. L’ultima cosa che ha lasciato è la più libera, la più sua. Senza paletti, solo con la sua “Insanguinata” e le sue emozioni”. Il risultato è un album intimo e passionale, un vero e proprio viaggio nell’animo puro e buono di Mesolella, cassa armonica perfetta della sua storia musicale. Una storia cominciata nella ‘gabbia’ artistica dei ristoranti per matrimoni – “senza i quali non avrei imparato niente” soleva ripetere il chitarrista – e culminata nell’arte in libertà di cui era il più autentico testimone.
“Taxidi” presenterà in copertina una originalissima foto di Mesolella quasi perso nel nero più profondo: “Fausto amava molto le belle foto, sceglierne una per i suoi album era sempre un lavoro preciso e ragionato – racconta ancora Giulio Cesare Ricci – Stavolta, però, chissà perché, me ne aveva mandate di ‘anonime’. Non mi piacevano e glielo dissi. Lui allora si rimise all’opera e alla fine mi mandò questa che è diventata la cover: trovarne una più ‘giusta’ sarebbe stato impossibile”. Per gli appassionati di chitarra e non solo sarà l’occasione per ascoltare 20 tracce, molto diverse tra loro, ma inanellate l’una all’altra dall’anima che Mesolella riusciva a far passare attraverso le corde della sua chitarra. Particolare la scelta di far cominciare il primo dei due dischi di cui è composto l’album con la Suite n.3: la versione strumentale di “Aria di te” incrocia più volte “La Tela”, una “Samba Greca” e il “Dubbio di Ulisse”. La Suite 4 è interamente dedicata a “L’improvviso mare”, mentre la suite n. 5 è semplicemente e autenticamente “Taxidi”. Con la Suite n. 1 comincia il lato A del secondo disco: “Osservazione 1”, “Osservazione 2” e “Osservazione 3” s’intrecciano con “Gymnopedie”, “Vecchio Frak” di Modugno e “Fragile” di Sting. Il lato B è invece interamente occupato dalla Suite 2 dove Mesolella incontra la tradizione napoletana di “Era de Maggio”, la “Pizzica Ventata” salentina, il “Samba di una nota” per chiudere con “Ai giochi addio”. “Taxidi “sarà in vendita proprio a partire dal 6 settembre a Casertavecchia, è disponibile in tre versioni: doppio vinile, in 496 copie, cd con metallizzazione in oro 24 carati, in 496 copie, e super audio cd. “La versione in oro – conclude Ricci – che garantisce la durata a vita di un cd, non era prevista. Ma è quella che scelgono i grandi della musica: è il mio personale omaggio a Fausto”.
Questo momento, come tutti gli altri della 45esima edizione di Settembre al Borgo, sarà ripreso dalla telecamera di Luigi Scaglione, che al Festival settembrino dedicherà un docufilm: classe 1983, attore, regista e produttore, Scaglione è in attività già dal 2009 con una partecipazione al Festival di Cannes in curriculum. Quello di quest’anno sarà per lui un ritorno a Casertavecchia, dove aveva già lavorato dieci anni fa. E stavolta a parlare sarà la sua telecamera: “Raccontare è soprattutto lasciare memoria – sottolinea il regista – E se è vero che noi siamo quello che facciamo, un video è questo: una traccia di quello che si è fatto. Per questo sono entusiasta di accettare la sfida di raccontare, attraverso immagini e interviste esclusive, il ritorno di Settembre al Borgo, manifestazione a cui sono affezionato da anni”.
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